Recensione: GUE’ – “Madreperla” [Traccia per traccia]
Guè is back, ed è tornato a distanza di poco più di un anno dal suo ultimo disco (Guesus) con un album che, a detta sua, è il suo disco dei sogni!
Uaoooooo mi verrebbe da dire! Cerchiamo di capire però se questo è vero o è una delle tante dichiarazioni “bomba” che molti artisti fanno in occasione dell’uscita dei loro nuovi dischi.
La prima cosa che ci fa sperare bene e ci porta già in avanti nell’analisi del disco è che la produzione è affidata, completamente, a Bassi Maestro.
Una certezza di stile e anche un ritorno per Guè.
Tra i due c’è sintonia di intenti e di gusti e soprattutto un’amicizia ventennale, ma non si erano mai imbarcati insieme in un progetto così massivo ed intenso.
“Madreperla”, in effetti, è innanzitutto una dichiarazione d’amore alle sonorità e agli artisti che hanno ispirato Guè fin dai suoi esordi.
Una voglia di fare hip hop stile anni zero zero senza vincoli commerciali e imposizioni a fare le hit con lo stampino.
Pezzi stilosi e morbidi arricchito da uno storytelling che racconta il suo mondo e una sapiente attenzione e cura nell’uso dei campioni (grazie a Bassi che ha interpretato tutti i sogni e le reference di Guè).
Alla fine, “Madreperla” è quasi un esercizio stilistico che lo vede ripercorrere le orme dei giganti di oltreoceano, ora che a sua volta è un gigante del rap europeo, in un continuo gioco di omaggi e rimandi ai capisaldi più autentici del genere, soprattutto in termini stilistici.
Guè is back ed è tornato, in vestaglia di Versace bello rilassato nella sua comfort zone, a fare quello che sa fare al meglio.
Questo è davvero il suo album dei sogni, il disco di un “boomerap” che dice sempre la sua!
Enciclopedico per i giovincelli rapper e trapper!
ps. Guardatevi tutti i video… anche qui Guè è sempre avanti!
SCORE: 7,50
TRACCIA PER TRACCIA
Prefissi è un concentrato di inventiva che intrattiene e sbalordisce l’ascoltatore, inanellando una lunga serie di rime a effetto basate sui prefissi telefonici.
Tuta Maphia, con Paky, è un pezzo che si rifà agli stilemi dello street rap. Una celebrazione dell’immaginario che dalle banlieue francesi è arrivato a conquistare le periferie italiane.
Mi hai capito o no? riprende l’omonima cover italiana (eseguita da Ron nel 1983) di un classico di Daryl Hall & John Oates, I Can’t Go For That, e il risultato non sfigurerebbe in una compilation di disco music nostrana, tra una traccia di Alan Sorrenti e una di Giorgio Moroder.
Cookies N’ Cream, con il featuring di Anna e Sfera Ebbasta, segue la tradizione delle grandi hit da ballare dei primi anni ’00, che dai club hip hop sono approdate nelle radio di tutto il mondo.
Need U 2Nite, con Massimo Pericolo, rielabora un tesoro perduto del soft rock inglese di fine anni ’70, Stay With Me Till Dawn di Judie Tzuke. Non per questo Gué si tira indietro quando si tratta di parlare – alla sua maniera – di amore, malinconia e sentimenti.
Léon (The Professional), ennesimo pezzo street rap con un magistrale sfoggio di stile autocelebrativo.
Free, con Marracash e Rkomi, si riflette in maniera mai banale sui temi più controversi e dibattuti in rete, dal movimento Black Live Matters al body shaming (“L’oscurità del nostro tempo rimarrà così a lungo / che imparerò a vedere al buio”).
Mollami pt. 2 (traccia che accompagnerà l’uscita dell’album in radio) è un dichiarato omaggio a una delle tracce dancehall più famose al mondo, Here Comes the Hotstepper di Ini Kamoze, che Gué reinterpreta alla sua maniera mettendo in mostra tutta la sua passione per i sound giamaicani.
Lontano dai guai, con Mahmood, in cui l’artista mette a nudo tutte le sue fragilità, rivelando ciò che può nascondersi dietro un’immagine da vincente designato (“Mio padre se n’è andato senza vedermi che riempivo il Forum / Nessuna donna mi ha riempito il cuore / Notte indimenticabile, dimenticherò todo / Il club è pieno ma io sono vuoto”).
Chiudi gli occhi, co-prodotta da Shablo, riesce nella difficile impresa di trasformare un sample di Amore impossibile dei Tiromancino in un perfetto dubplate.
Da 1K in su, con la star dell’underground americano Benny the Butcher, del collettivo Griselda; un’occasione per smascherare con ironia e acume gli stereotipi tipici dei rapper di casa nostra.
Capa Tosta, con Napoleone, giovane cantautore e grande rivelazione della nuova scena pop funk, racconta in maniera leggera e a suo modo amore e passione.
DA ASCOLTARE SUBITO
Mi hai capito o no – Need U Nite – Lontano dai guai
DA SKIPPARE SUBITO
Nulla. Fa muovere la testa e viaggia morbido sul velluto!