Recensione: I’M NOT A BLONDE – “Welcome Shadows” [Traccia per Traccia]

Recensione: I’M NOT A BLONDE – “Welcome Shadows” [Traccia per Traccia]

“Welcome Shadows” è il nuovo Ep delle I’m Not a Blonde, duo femminile formato da Chiara Castello e Camilla Matley.

Il disco è una sorta di lato A di un progetto più ampio che prevede la pubblicazione di un secondo EP nella primavera 2022, dal titolo “This is Light”.

L’amore, le relazioni, la morte, la natura e l’ambiente, tematiche personali e universali che sono affrontate dal duo guardandole nel loro lato più scuro, più di “sfogo” e ribellione, quando nel pieno delle emozioni si è avvolti dai dubbi e dalle incertezze.

“Welcome Shadows” esplora le ombre, il tramonto, le riflessioni e i sogni cupi, la rabbia e la tristezza, mantenendo però sempre un senso di accettazione (di benvenuto, come appunto recita il titolo) di queste sensazioni come parte necessaria della vita. 

“Welcome Shadows” è la faccia di una medaglia che troverà il suo elemento complementare in “This is Light”.

Due lati, due personaggi, “Shadows” e “ Light”, che raffigurano, con tutte le loro sfumature, Chiara e Camilla, la loro dualità e diverso approccio alla vita e alla musica: Chiara con un carattere più positivo, Camilla un pò più scuro.
Due anime diverse e spesso in contrasto, il cui rapporto è un po’ come quello che c’è tra ombre e luci: c’è bisogno del buio per vedere la luce, e serve la luce per scoprire le sfumature. Uno è quindi funzionale e indispensabile all’altro nella crescita.

Un dualità progettuale che trova espressione anche nell’uso sia della lingua inglese che – per la prima volta – di quella italiana, anche all’interno dello stesso pezzo. Chiara è infatti italo-americana, e il mix delle due lingue rappresenta bene la sua modalità comunicativa.

Sotto il punto di vista musicale il suono ha uno sviluppo sintetico e elettronico, con bassi cupi e sintetizzatori pieni di sfumature e reminiscenze anni ottanta. 

TRACCIA PER TRACCIA 

1984
Un pezzo che dichiara immediatamente le intenzioni dell’Ep stesso, cupo e malinconico. Liberamente ispirato al capolavoro di George Orwell, è un inno synth-pop alla libertà di esprimersi e amare e al diritto di essere ciò che si è. Cassa dritta e synth arpeggiatore a scandire un ritmo in crescendo che approda a un refrain liberatorio. Un vortice onirico che abbraccia un testo essenziale che evoca ricordi ed emozioni, oppressione e liberazione, paura e orgoglio, resistenza e abbandono, solitudine e amore per raccontare la storia della scoperta della propria omosessualità durante l’adolescenza.

White Roses
Brano intenso che tocca il tema della morte visto da chi ne è sempre a contatto, cioè il necroforo (becchino). Parla di rimpianti, che arrivano sempre troppo tardi, e del tempo perduto che non può ritornare. La voce è potente e decisa, quasi aliena, ed è sorretta da una musica incalzante, dove beat e synth arpeggiatore sono protagonisti e le chitarre ritmiche verso la fine diventano melodiche, quasi a fare da controcanto alla voce.

Circles
Il brano allenta un po’ il mood scuro, nonostante parli della sensazione di “correre in tondo” e della fatica di dover ricominciare da capo quando una relazione importante finisce, ponendo fine a una dipendenza d’amore. Malinconico e al tempo stesso upbeat, minimale e stratificato, è un brano electro dal beat asciutto e deciso che unisce in geometrica armonia il sound groovy dei synth alle chitarre percussive.

Winter is not coming
Il duo giocando nel titolo con la celebre frase della serie Game of Thrones tocca l’attualissimo tema dell’ambientalismo e del movimento Fridays for Future: una manifestazione incazzata di chi, come I’m Not a Blonde, vorrebbe che gli esseri umani rispettassero di più il mondo in cui viviamo. Il brano è scarno e ruvido, minimal e lo-fi, dall’attitudine punk: la voce a metà tra umano e robotico delle strofe esplode in un ritornello “riot” e culmina in una coda di matrice elettronica più spinta, dove la voce aliena si incanta a loop e si deforma per sfociare in un canto “lirico” distorto, in una visione distopica del futuro in cui il nostro pianeta si ribella e la catastrofe è inevitabile.

Ghost
Un brano che parla del sentirsi un fantasma quando ci si accorge di non essere più visti dalla persona amata. È il racconto di una relazione amorosa che è finita, un ultimo saluto di addio dove la voce si fa più adulta, calda e sensuale, cullandosi su un riff ipnotico colorato da un malinconico pianoforte.

 SCORE: 6,90

DA ASCOLTARE SUBITO

1984 – Circles 

DA SKIPPARE SUBITO

20 minuti non skippiamo nulla

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2016 – Introducing I’m Not a Blonde
2018 – The Blonde Album
2019 – Under the Rug
2020 – Songs from Home (EP)
2021 – Welcome Shadows (EP)

WEB & SOCIAL 

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instagram.com/imnotablonde/

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