Recensione: JOAN THIELE – “Joanita”

Vi è mai capitato di indossare un capo d’abbigliamento che, al solo sfiorare la pelle, vi avvolgesse in un abbraccio di comfort e sicurezza?
Per me, d’inverno, è la dolcevita nera: un rifugio soffice, un simbolo di sobria eleganza, un’eco di intellettualità. Bene, “Joanita”, il nuovo lavoro discografico di Joan Thiele, è proprio questo: un’ode alla sensualità della memoria, un manto sonoro che scalda e incanta. Una calda e confortevole dolcevita.
Tredici brani e uno skit (“Pazzarella”), ultimo tassello di un mosaico musicale raffinato e nostalgico, tessono una narrazione in bilico tra passato e presente, tra rimembranza e attualità, con un’aura cinematografica che ammalia e trasporta in mondi sospesi.
“Joanita” non è solo un titolo, ma un richiamo all’intimità più profonda: il nomignolo con cui amici e familiari hanno sempre chiamato Joan, sussurrando così il lato più autentico della sua essenza artistica.
Questo disco è un raffinato esercizio di esplorazione emotiva, dove la musica per il cinema – soprattutto quella del M° Piero Umiliani – funge da spina dorsale dell’intero progetto. Ogni traccia risuona come un fotogramma impresso nella pellicola della memoria, evocando malinconie lontane, turbamenti d’amore, fiammate di passione e impeti di ribellione.
Dall’infuocata Veleno, inno alla rabbia, si scivola con grazia nella carezza arabeggiante di Bacio sulla fronte, un affresco sonoro sul perdono. Dea e Volto di donna dipingono ritratti di femminilità ardente e indomita, mentre Occhi da gangster, reso urban dal featuring di Frah Quintale, si insinua nelle atmosfere di un noir d’altri tempi. E poi c’è Eco, la perla sanremese, una confessione a cuore aperto, un monito a fronteggiare le proprie paure e a tramutarle in forza. Un inno alla condivisione e al coraggio, un messaggio che Joan dedica al fratello minore, nel segno dell’indipendenza e della libertà di pensiero.
Il disco è un affresco di raffinata eleganza. Il suono sinuoso della chitarra elettrica – fedele compagna dell’artista sin dall’adolescenza – si fa voce di un’energia vibrante e viscerale. Non strumenti comuni, ma opere d’arte, frutto della collaborazione con il designer Marco Guazzini e realizzate con l’innovativo materiale “Marwoolous”, un connubio sublime di marmo e lana, simbolo di un’estetica sofisticata e senza tempo.
Mi sono presa il mio tempo per vivere e raccontare quello che avevo dentro. – racconta Joan – Mi sono data un bacio sulla fronte, per rassicurare la bambina dentro di me. Le ho chiesto di fidarsi. Quando sei una ragazzina, non hai paura, sogni e basta, immagini e inventi il futuro. Ed io ho fatto questo. Ho ascoltato e investigato le mie emozioni, una ad una. E così ho abbracciato la mia chitarra, acceso l’amplificatore e ho iniziato ad urlare».
Una dolcevita nera intrisa di luce soffusa, di pellicole sgranate e di emozioni che si attorcigliano nel cuore come bobine di un film d’autore.
Chapeau, Joan!!!
DA ASCOLTARE SUBITO
Occhi da gangster – L’invisibile – Dea
DA SKIPPARE SUBITO
E’ un disco che funziona, che si lascia ascoltare dall’inizio alla fine. Continuo a sentirlo in loop…
SCORE: 8,00
La forma liquida – Voto 8,00
Veleno – Voto 7,50
Bacio sulla fronte – Voto 7,50
Tramonto – Voto 8,00
Acqua blu – Voto 7,25
Occhi da gangster – Voto 8,00
Eco – Voto 7,50
Joanita Voto 7,75
Cruz – Voto 8,00
XX L.A. – Voto 7,75
L’invisibile – Voto 8,00
Dea – Voto 8,00
Volto di donna – Voto 8,00
Pazzerella —-
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2016 – Joan Thiele
2018 – Tango
2020 – Operazione Oro
2025 – Joanita
VIDEO
WEB & SOCIAL
https://www.instagram.com/joanthiele