Recensione: KENDRICK LAMAR – “GNX”
Recensire un disco di Kendrick Lamar è sempre un atto quasi rituale: un salto mortale che richiede pazienza e introspezione.
Non basta un primo ascolto distratto, né tantomeno un’impressione superficiale. Serve tempo. Occorre lasciarlo sedimentare dentro di noi, farsi attraversare dalle sue parole, dai suoi suoni, dalle sue contraddizioni.
Poi un disco di Lamar, un amore assoluto. È l’album che aspettavi, che si materializza all’improvviso nel tuo computer, come un dono che non sapevi di aver bisogno. Un dono che si lascia assaporare lentamente, trasportandoti in un vortice di parole e sensazioni, di immagini e di emozioni.
“GNX” è il sesto album di Kendrick Lamar, un punto di svolta nella sua carriera. Non solo per il contenuto, ma anche per il contesto: il primo lavoro pubblicato al di fuori dell’ombrello della Top Dawg Entertainment, il primo dopo la feroce faida con Drake.
Un cambio di rotta che si riflette nel disco stesso, carico di riflessioni, rabbia e redenzione.
Dopo i preludi, le aspettative, i pensieri che frullano nella testa, premo play.
Il titolo “GNX” prende ispirazione dalla Buick Grand National del 1987, l’auto dei sogni di Kendrick da bambino. Il disco si apre con il potente coro della cantante mariachi di Los Angeles, Deyra Barrera, la cui voce, come un grido di dolore, accompagna l’intero percorso musicale. Una voce teatrale che, urlando tristezza e rabbia, guida lungo le dodici tracce come un filo rosso che unisce tutto il discorso sonoro.
La prima barra di Kendrick è già un manifesto:
Ieri, qualcuno ha distrutto il mio murale.”
Non è tanto la distruzione fisica di un murale a interessare Lamar, ma il significato profondo che questa immagine racchiude. È la metafora di una società che distrugge, che manca di rispetto, che si nutre di odio e violenza verbale. Un’idea che pervade l’intero album, dove la ferocia e la mancanza di scrupoli diventano temi ricorrenti, ma che non si fermano solo alla denuncia: sono anche il punto di partenza per una riflessione più ampia sul mondo, sulla musica, sulla vita.
Kendrick – come scrive i Tom Breihan in una bella e esaustiva recensione al disco pubblicata su Stereogum (leggetela!) – è in modalità cobra, tutto muscoli tesi e arrotolati, pronto a pompare veleno mortale nella caviglia di chiunque gli si avvicini troppo. Non c’è niente come un Kendrick Lamar concentrato e incazzato.
Una modalità che accompagna diversi brani ma che come sapientemente Kendric sa fare alterna con momenti diversi, intimi e introspettivi.
Sotto il punto di vista tecnico del disco le dodici tracce vedono la collaborazioni oltre che di SZA di personaggi underground di Los Angeles: AzChike, Dody 6, YoungThreat, Hitta J3, Peysoh, Wallie The Sensei. Roddy Ricch è qui, ma solo come cantante di supporto.
Ogni canzone ha più produttori accreditati, tra cui alcuni grandi nomi della California: Mustard, Kamasi Washington, Terrace Martin. Questo proliferare produttivo però non crea confusione stilistica, forse perché a fare ordine ci sono il collaboratore di lunga data di Kendrick, Sounwave e il Re Mida del pop attuale, ovvero mister Jack Antonoff che dopo la costruzione di Taylor Swift adesso si occupa anche di Lamar. Grand colpo!
E alla fine, la conclusione è inevitabile: il Re è sempre lui. Indiscusso, troneggiante, l’hip hop è ancora il suo regno. La sua voce non si può ignorare, il suo trono non si può scalfire. Kendrick vince sempre, non solo con la sua musica, ma soprattutto con le sue parole, con la profondità del suo pensiero.
ps. Se devo fare un confronto con i suoi dischi precedenti, forse non riesco a ritrovare la stessa genialità creativa di “To Pimp a Butterfly” o l’assolutezza di “DAMN”. Però, forse, è presto per trarre conclusioni definitive. È solo la quarta volta che lo ascolto, dopotutto.
TRACCIA PER TRACCIA
Wacked Out Murals
Il brano riflette sulla sua identità, tra successi e lotte personali, toccando temi di autenticità, tradimento e resilienza. Kendrick denuncia l’ipocrisia dell’industria musicale, rivendicando il valore del lavoro duro e della fedeltà a sé stesso, nonostante le critiche e gli ostacoli.
Squabble Up
Kendrick lancia un flusso serrato e diretto che alterna riflessioni personali e sfoghi su potere, autenticità e contraddizioni sociali. Con uno stile energico, esplora temi di identità, lotte quotidiane e ipocrisia, mescolando riferimenti culturali e critiche al sistema. Questo pezzo era stato il primo segnale di nuova musica da parte di Kendrick; infatti, nel video della sua faida con Drake, Not Like Us, veniva brevemente anticipato “Squabble Up”.
luther
I sentimenti si intrecciano nei versi riflessivi di Kendrick Lamar e nella voce evocativa di SZA. Entrambi esplorano il desiderio di redenzione, amore e cambiamento. Kendrick immagina un mondo trasformato, dove il dolore viene sostituito dalla guarigione, mentre SZA enfatizza la speranza di giorni migliori. Il brano contiene anche un campionamento di If This World Were Mine di Luther Vandross e Cheryl Lynn.
Man at the Garden
Kendrick rivendica i frutti del suo impegno, dalla stabilità emotiva alla ricchezza materiale, passando per relazioni autentiche e un’eredità spirituale. Con un tono riflessivo e determinato, celebra successi personali e familiari, pur affrontando critiche e contraddizioni nell’industria musicale.
Hey Now
Riflessione e arroganza si mescolano in questo brano che esplora il successo, l’autenticità e la resilienza. Con barre dense e riferimenti culturali, Lamar afferma il proprio valore. Il featuring di Dody6 aggiunge un tono grintoso, arricchendo il racconto di forza e sfida.
Reincarnated
Il brano dà il via alla seconda sezione di GNX con una continuazione della poesia in lingua spagnola introdotta all’inizio dell’album. Guidato da un campione di Made Niggaz di 2Pac, la base strumentale è una rispettosa resurrezione dell’eredità della leggenda della West Coast, in contrasto con l’uso della voce di 2Pac generata tramite intelligenza artificiale da parte di Drake, durante il litigio con Kendrick mesi prima.
Nella canzone, Kendrick scrive di artisti a cui si sente legato sia artisticamente che personalmente, legando le sue vite passate a quelle di figure come il chitarrista rivoluzionario John Lee Hooker e la cantante del Chitlin’ Circuit, probabilmente Dinah Washington. Piuttosto che suggerire esplicitamente una connessione reincarnativa, Kendrick sta probabilmente indicando come la comunità nera di oggi possa ereditare e costruire sulla grandezza artistica di chi ci ha preceduto, imparando dai loro errori e dalle loro mancanze.
TV Off
Kendrick mescola lirismo incisivo e denuncia sociale, riflettendo su lealtà, opportunismo e leadership. Tra critiche culturali e metafore taglienti, emerge una visione cruda del potere e della responsabilità, sostenuta da un beat ipnotico e interventi energici.
Dodger Blue
Un’altra esplorazione dei temi di appartenenza, autenticità e resilienza, con una narrazione che fonde riferimenti alla cultura di Los Angeles e alle sfide personali. Il brano, arricchito dalle voci di WallieTheSensei, Roddy Ricch e altri, alterna momenti di introspezione e orgoglio territoriale, creando un’atmosfera vibrante e dinamica. Il ritmo fluido si sposa perfettamente con l’intensità emotiva dei versi.
Peekaboo
In Peekaboo, Kendrick gioca sul dualismo tra ostentazione e critica sociale, con barre incisive e ritmi coinvolgenti. Le collaborazioni con AzChike e Dody6 aggiungono varietà e grinta, mentre il ritornello ripetitivo enfatizza l’inutilità di molte chiacchiere nel panorama moderno. Un brano che mescola ironia, autoaffermazione e sfumature provocatorie.
The Heart Pt. 6
Questo brano rappresenta il seguito della serie The Heart, una riflessione sulla sua crescita all’interno del collettivo TDE, sulla sua evoluzione come artista e sul valore della lealtà e dell’autenticità rispetto alle apparenze. Il ritornello di SWV & Coko sottolinea l’importanza dell’introspezione e della profondità emotiva, mentre i versi di Kendrick raccontano il suo percorso, dai suoi inizi umili fino a diventare una figura centrale nell’hip-hop. È una riflessione sui sacrifici, le lezioni e i momenti che hanno plasmato la sua carriera, insieme all’apprezzamento per il team e i mentori che lo hanno supportato lungo la strada.
GNX
Un brano che riflette sulla vita di strada, violenza e successo nel rap. I protagonisti celebrano la loro resilienza, crescita personale e le lotte per emergere. Il ritornello ribadisce la loro supremazia e determinazione a superare gli ostacoli.
Gloria
Gloria è la dodicesima e ultima traccia del sesto album in studio di Kendrick Lamar, e per la seconda volta nell’LP, presenta la voce della sua amica e collaboratrice di lunga data, SZA, segnando la sesta collaborazione tra i due.
In Gloria, Kendrick esplora le complessità dell’amore, riflettendo su una relazione tumultuosa che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita, ma che è stata anche dannosa per la sua crescita personale. La canzone parla probabilmente della sua attuale moglie e madre dei suoi figli, Whitney Alford. I versi descrivono un legame che è sia inebriante che impegnativo, mentre SZA cattura la vulnerabilità e, allo stesso tempo, la profonda paura di un attaccamento emotivo.
Il significato più profondo della canzone emerge nella sua frase finale, suggerendo che la donna di cui parla Kendrick potrebbe servire come una metafora estesa per la sua arte. Gloria, che significa “gloria” in spagnolo, diventa una personificazione della gloria del rap: la sua “penna” e il viaggio artistico che rappresenta. La relazione descritta simboleggia il suo legame intimo e spesso conflittuale con la sua arte, riflettendo il suo potere di elevarlo e consumarlo.
SCORE: 8,50
wacced out murals – VOTO 8.00
squabble up – VOTO 7,50
luther (Ft. SZA) – VOTO 8.50
man at the garden VOTO 8.00
hey now (Ft. Dody6) – VOTO 8,00
reincarnated – VOTO 8,00
tv off – VOTO 8,50
dodger blue (Ft. Ink, Roddy Ricch & Sam Dew) VOTO 8,00
peekaboo (Ft. AzChike & Dody6) – VOTO 7,50
heart pt. 6 – VOTO 8,50
gnx (Ft. Hitta J3, Peysoh & YoungThreat) VOTO 8,50
gloria (Ft. SZA) – VOTO 8,50
DA ASCOLTARE SUBITO
luther – gnx – gloria
DA SKIPPARE SUBITO
Nullissima. Anzi da ascoltare e ascoltare…
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2011 – Section.80
2012 – Good Kid, M.A.A.D City
2015 – To Pimp a Butterfly
2017 – Damn
2022 – Mr. Morale & the Big Steppers
2024- Gnx
WEB & SOCIAL
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