Recensione: KID YUGI – “I nomi del Diavolo”
Nell’immaginario dei rapper della generazione Z il “concept album” è qualcosa di monolitico, imponente e generativo. Uno strumento urbano per raccontare e dimostrare come anche la creatività che arriva dalla strada, dai bassi fondi e dai margini possa essere erudita, concettuale, densa, comunicativa e impegnata.
Kid Yugi ha voluto fare questo salto, questa ambiziosa contorsione lirica e artistica.
Come Tedua con la “Divina Commedia”, così Kid Yugi con “I nomi del Diavolo” ha fatto un concept album ed ha preso ispirazione dalla letteratura e in particolare si è ispirato dall’opera “Il Signore delle Mosche” best seller dello scrittore britannico William Golding di fine anni sessanta.
La realtà dispotica e la regressione sociale raccontata da Golding ha creato suggestioni in Kid Yugi che è rimasto affascinato dalle molteplici similitudini con la società attuale e con gli svariati nomi che sono stati dati al male nelle varie culture e nella tradizione popolare e di come questo si manifesti in forme oscure, nere e lucifierine nella nostra società, sconvolgendola radicalmente.
Volevo rappresentare come il male influisca sugli esseri umani, sia a livello del singolo, che della collettività, in varie forme e misure.
Ogni traccia avrà un titolo che rimanda ai diversi volti del Male” – racconta Kid Yugi.
Le quattordici tracce che compongono il disco del rapper di Massafra (TA) sono la rappresentazione di una società distorta e persa che vive nell’ombra della quotidianità del male e delle sue mille deviazioni.
Barre e liriche zeppe di riferimenti colti e iconici, legati alla cultura cinematografica e letteraria, ma anche di slang che prendono origine dalla vita di strada, dal mondo dei videogiochi, dello spaccio ma anche della contemporaneità.
Un compendio dell’oscuro che inizia con una traccia rap nuda e cruda L’Anticristo (“nelle mie storie i mostri come i fratelli Grimm”) che anticipa il mood cupo e dark del disco.
Tante le collaborazioni nel disco:Capra a tre Teste con Tony Boy, Artie 5ive, Eva con Tedua è una ballad dolce e quasi commovente dove i due artisti rappano su una base di pianoforte (“nei punti in cui mi toccavi ora ho un eritema, per te cammino sul fuoco attraverso la bufera”); Servizio con Papa V e Noyz Narcos è la ruvidità e ardore puro; Nemico con Ernia possiede un testo che è una lettura universale dell’essere nemici e delle guerre in generale (“tu sei il mio nemico, il mio rivale, la mia nemesi, non c’è nessun trionfo in guerra, non ci son superstiti”; Terr1 con Geolier è un brano provocatorio contro i pregiudizi e il classismo (“terrone, terrone, terrone, terrone, ho amici con la barba lunga che a tutti fanno terrore, stringo la mano a tutti dal bracciante all’assessore”), Denaro con Simba La Rue entra nel pieno della manifestazione del male, mentre il diavolo può prendere forma anche con ambiente, il momento di denuncia sociale arriva con Ilva, un brano trascinante che contiene il sample di “Fume Scure” di Fido Guido, cantato in dialetto tarantino e dal sapore soul e reggae (“si vede da lontano una nuvola tossica , una terra rossa e la mia gente che soffoca”).
Ultimo ma non ultimo tra i feat quello in Ex Angelo con Sfera Ebbasta, midtempo biografico in cui il rapper pugliese rappa “sono attratto dalla vita e dalla sua fatalità”.
Il viaggio e le urlate denunce di Kid si chiudono nella traccia finale Lucifero, dove Kid Yugi esce di scena e ritorna Francesco Stasi (il suo vero nome), che riflette sul viaggio nel maligno della quotidianità, sul suo dolore, sulle sue fragilità e cerca una strada salvifica che forse alla fine non arriva.
Anche nella copertina Kid Yugi vuole omaggiare. Questa volta si ispira alla letteratura con l’opera di Michail Bulgakov, “Il Maestro e Margherita”, rimandando alla scena del ballo di Satana, in cui una la processione di figure oscure e dannati deve percorrere una scalinata per baciare, con riverenza, la mano e il ginocchio del Diavolo.
Alla fine dell’ascolto sono abbastanza destabilizzato. Penso a che società marcia abbiamo costruito, penso a come non ci sia un futuro, a quanto male c’è ovunque.
Mi manca il fiato…poi penso ad un altro ragazzo della sua generazione, Alfa e mi chiedo dove sta la verità del mondo?
Forse in tutti e due mondi, sia in quello di Kid, sia in quello di Alfa.
Due facce della stessa medaglia. Il male e il bene, yin and yang, il bianco e il nero…
SCORE TRACCIA PER TRCCIA : Voto 7,00
L’Anticristo – Voto 7,00
Capra a tre Teste (feat. Tony Boy, Artie 5ive) – Voto 7,00
Eva (feat. Tedua) – Voto 7,15
Servizio (feat. Papa V, Noyz Narcos) – Voto 7,00
Il Signore delle Mosche – Voto 6,50
Lilith – Voto 6,00
Nemico (feat. Ernia) -Voto 7,15
Denaro (feat. Simba La Rue) – Voto 7,00
Yung 3p 4 – Voto 6,50
Terr1 (feat. Geolier) – Voto 7,25
Ilva (Fume scure rmx) (feat. Fido Guido) – Voto 7,50
Paganini – Voto 6,50
Ex Angelo (feat. Sfera Ebbasta & Shablo)- Voto 7,15
Lucifero – Voto 7,25
DA ASCOLTARE SUBITO
Capra a tre Teste – Eva – Terr1
DA SKIPPARE SUBITO
Difficile andare fino in fondo tutto di un fiato. Un disco pesante, oscuro, nero.
Ma vale la pena ascoltarlo. Serve!
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2022 -The Globe
2024 – I nomi del Diavolo