Recensione: KING KRULE – “Space Heavy”
“Space Heavy”, il quarto album in studio di Archy Marshall con la sua proiezione King Krule, è uno disco impegnativo.
Marshall ha 28 anni ed è padre di una bambina di quattro. Nonostante siano passati 10 anni dalla sua opera prima “6 Feet Beneath the Moon”, Mashall rimane, come al suo debutto, perennemente triste e arrabbiato contro il mondo e la sua deriva sociale. La sua anedonia persiste e trasuda ovunque nei suoni e nei testi anche in questo “Space Heavy”.
Le 15 tracce del disco formano un concept album che ci proietta in uno spazio intermedio frastagliato, claustrofobico, infestato da sogni d’amore, da connessioni perdute e di persone e situazioni perse nella ghigliottina dell’universo.
In questo mondo parallelo distorto e pieno di continui riverberi ed echi i suoni elettrici si fondono con quelli acustici e l’elettronica convive alla perfezione con il jazz e l’improvvisazione sonora.
Le canzoni di “Space Heavy” prendono una forma onirica, sconnessa, deliziosamente liquida. La profonda voce di Marshall crea questo substrato di tensione e di malegria che sono il marchio di fabbrica dell’avatar King Krule.
Scritto dal 2020 al 2022 tra Londra e Liverpool, “Space Heavy” ha preso forma nel corso degli spostamenti tra le due città in cui Marshall si divideva e che chiamava casa. Alla musica il collaboratore e produttore Dilip Harris e i compagni di band Ignacio Salvadores (sax), George Bass (batteria), James Wilson (basso) e Jack Towell (chitarra).
A parte la distopia lirica raccontata di Marshall quello che più colpisce è l’attenzione massima dell’arrangiamento e della formazione sonora dei vari brani.
Il continuo uso di fiati, archi, elettronica, chitarre languide e arpeggiate.
Nel disco ci sono echi ai primi Joe Jackson e Elvis Costello (Pink Shell), c’è un trasudo orchestrale (Flimsy), il breakbeat liquido (Hamburgerphobia) e ci sono ovunque degli spunti jazz. Tra i brani anche Seagirl con il feat. sirenico di Raveena.
Ogni volta che lo ascolto mi piace sempre di più.
Impossibile arrivare ai livelli di “6 Feet Beneath the Moon” ma la strada intrapresa è quella giusta.
Bisogna vivere nello spazio intermedio di Marshall, solo così ci si potrà adattare e candidamente immergersi nella sua gelatina sonora.
SCORE: 7,50
I VOTI DEGLI ALTRI
Nme: 8,00
Clash Music: 8,00
Pitchfork: 7,50
Uncut: 6,00
DA ASCOLTARE SUBITO
That Is My Life, That Is Yours – Empty Stomach Space Cadet – Seagirl
DA SKIPPARE SUBITO
Difficile togliere un pezzo al disco. Skippare sarebbe interrompere il flusso.
TRACKLIST
1. Flimsier
2. Pink Shell
3. Seaforth
4. That Is My Life, That Is Yours
5. Tortoise Of Independency
6. Empty Stomach Space Cadet
7. Flimsy
8. Hamburgerphobia
9. From The Swamp
10. Seagirl
11. Our Vacuum
12. Space Heavy
13. When Vanishing
14. If Only It Was Warmth
15. Wednesday Overcast
LA DISCOGRAFIA
2013 – 6 Feet Beneath the Moon
2017 – The OOZ
2020 – Man Alive!
2023 – Space Heavy