Recensione: LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – “My mamma”

Recensione: LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – “My mamma”

La Rappresentante di Lista è tra le migliori realtà del Festival di Sanremo appena conclusosi. “Amare”, credetemi, è solo il preludio dell’incantevole progetto che è “My mamma”, il quarto album della band.

Vi è mai capitato di essere gelosi di una canzone, di un disco, di qualcosa che prima di un evento qualsiasi consideravi non dico solo tua ma di una cerchia ristretta di persone? Prendi una canzone, ad esempio. Ti ritrovi a canticchiarla un giorno per caso oppure la metti in macchina di ritorno dal mare. Accanto a te c’è altra gente ad ascoltarla, se ne innamora, e a te non va bene.

Allo stesso modo prendi una band, con un nome di quelli fighi che dieci anni fa ti avrebbero riso dietro se avessi chiesto a chiunque se per caso la conoscesse. Una band con una discografia non propriamente commerciale che però disco dopo disco si è arricchita di linfa nuova fino a raggiungere l’apice alla fine del 2018 con un album che sarà tra i miei preferiti per sempre. Passano due anni circa e quella stessa band te la ritrovi poi sul palco più famoso del paese, al Festival di Sanremo, con un pezzo cucito appositamente per quella cosa lì, per quel momento lì, per fare in modo che tutti potessero apprezzare quello che la musica può dare.

La musica cura, la musica protegge, la musica rende liberi. E per la prima volta sono così felice che tutti possano conoscere la profondità di una voce, il talento di una penna, la bellezza nella libertà di esprimersi.

La Rappresentante di Lista per me è tutto questo. E vorrei che “My mamma”, l’ultimo lavoro pubblicato venerdì, faccia con voi quello che “Go Go Diva” (2018) ha fatto con me. Vorrei che partiste da “Amare”, naturalmente. Come io nel 2018 sono partito da “Questo corpo”. E mi piacerebbe che vi sentiste immobili, vorrei che non riusciste a parlare per non inquinare la bellezza delle parole che avete ascoltato fino a quel momento, vorrei che i vostri pensieri si rimettessero in ordine e che la vostra testa decidesse di fermarsi il tempo necessario per metabolizzare.
Magari non accadrà niente di tutto questo e allora vorrà dire che non siete ancora pronti, e non per vostra colpa, ci mancherebbe.

“My mamma” non è propriamente un concept album. È un percorso di crescita. In “Go Go Diva”, l’ultima traccia, “Woow”, parlava dell’altro. E in “My mamma” si parla proprio di collettività. Si chiama così perché parla di eredità: di cosa ci viene lasciato, di cosa noi lasceremo al mondo.

“My mamma” è un disco schierato e per questo libero. Gli arrangiamenti sono il risultato di un mix di generi diversi. È appartenenza a qualcosa, è capacità di mostrarsi fragili, in molti punti è composto da preghiere, come nella prima traccia, “Religiosamente”. Con “Oh Ma oh Pa” nuotiamo nel mare del perdono e della libertà che si può provare nel riconciliarsi dopo aver perdonato. In “Alieno” convivono rock, pop ed elettronica: questa la traccia che, insieme a “V.G.G.G (Very Good Glenn Gould)”, testimonia la capacità della band di muoversi tra generi diversi con una facilità quasi imbarazzante.

E se in “Amare” si raccontano tutte le facce dell’amore che per essere vivo deve sempre avere qualcosa da spartire con la paura, in “Paesaggi stranieri” c’è la gratitudine verso l’altro e il rimpianto per avergli fatto male. “Fragile” è la traccia del disco in cui a cantare è Dario, “Sarà” è il pezzo in cui più che Veronica, sembra che a cantare sia la sua anima, “Mai mamma” è la conclusione perfetta in cui il mix di generi e l’arrangiamento spigoloso mescolano ancora una volta le carte in tavola: a un concerto sarebbe (no, sarà!) un’esplosione di corpi che si muovono all’unisono.

Volutamente lascio per ultimo il brano migliore del disco: “Resistere”, che è necessità di continuare a lottare e di trovare una dimensione che è quella di resistere alla nostra esistenza. “Voglio provare ad esistere, la mia natura è resistere. E non mi importa di perdere, quello che mi serve adesso è vivere”.

Ho ascoltato per la prima volta “My mamma” il giorno della sua uscita. E ho scelto appositamente di scriverne solo oggi. Alle donne, così magistralmente rappresentate dalla copertina del disco realizzata da Manuela Di Pisa, vorrei dedicare proprio “Resistere”. Noi siamo perché voi siete.

Rappresentante del mio cuore, non vi sarò mai grato abbastanza.

SCORE: 9,00

TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:

Oh Ma oh Pa – Amare – Resistere

TRACKLIST:

DISCOGRAFIA:
2014 – Per la via di casa
2015 – Bu Bu Sad
2018 – Go Go Diva
2021 – My mamma

VIDEO:

WEB & SOCIAL:

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