Recensione: LIBERATO – “Liberato III”
Liberato, anche in questo 2025, continua a viaggiare avvolto nel mistero. Inizia l’anno pubblicando a sorpresa il suo terzo disco, “Liberato III”, un nuovo capitolo della sua storia musicale.
Ormai i dischi arrivano così a sorpresa. Forse è un bene. Inutile creare pathos e aspettative. La musica deve essere il centro dell’attenzione e non tutto quello che ruota intorno.
Nessun 9 maggio, nessun clamore, nessuna promozione tradizionale, solo musica. Una scelta che sembra voler dire che l’essenza sta nel contenuto e non nelle sovrastrutture. E, nonostante questa assenza di marketing convenzionale, Liberato riesce a catalizzare l’attenzione e a raggiungere un vasto pubblico.
Con “Liberato III”, l’artista misterioso prosegue nel suo percorso artistico, mescolando contemporaneità ed elettronica con il suo inconfondibile cantato in napoletano.
Il disco potrebbe essere la declinazione dei Daft Punk se fossero ancora in attività e napoletani.
L’apertura affidata a Turnà è emblematica: un omaggio a Teresa De Sio e alla città di Napoli, rivisitato in chiave elettronica, con una patina french touch e un sample di Don’t Cha delle Pussycat Dolls.
Don’t you wish your girlfriend was from Napoli?
Don’t you wish your boyriend was from Napoli?
Il ritmo rimane alto lungo tutte le nove canzoni che compongono la tracklist, spaziando tra generi diversi: dall’electro-pop alla contemporaneità più spinta, passando per la 808 tra trap e The Weeknd (Novembre), la garage UK (‘A fotografia) e accenni di EDM (Tre).
Ogni traccia è un tassello di un mosaico che racconta un Napoli cosmopolita, intrisa di sonorità globali ma radicata nelle sue tradizioni.
Tra i brani c’è il feat. di Maria Nazionale in Essa e c’è anche l’edita Lucia (Stay with me), già conosciuta per essere parte della colonna sonora del film d’animazione Il segreto di Liberato.
Il disco si chiude con “‘O diario”, un brano che si distingue per la sua essenzialità. Qui Liberato abbandona effetti, filtri, autotune e vocoder, scegliendo un approccio più diretto e intimo, quasi a voler sottolineare la genesi autentica del progetto. Un pezzo che, più che una conclusione, suona come un manifesto.
Però, guagliù, mo so’ turnato
Aggio accuminciato a scrivere n’ata vota
Sto cu coccheduna, stongo annammurato
Sperammo ch’è tutt’a pposto
E forse chello ca ve voglio dicere
È che qualunque cosa succede
Mo a me è nu fatto ‘e corazon
Pe’tté pò essere ‘o masto â fatica ch’è strunzo
Pe’tté pò essere ‘o pesone ‘e casa
Pe’tté pò essere ‘a famiglia
Pe’tté pò essere ‘a capa
Arricuordete sulo ‘e na cosa
Ca nun staje maje sulo tu
Ancora una volta, Liberato si afferma come un narratore di storie universali in chiave locale. I suoi testi, che mescolano napoletano con inglese, spagnolo, francese e italiano, danno vita a un linguaggio unico e riconoscibile, capace di superare confini geografici e linguistici. “Liberato III” non è solo un disco, ma un viaggio sonoro che celebra l’ibridazione culturale e l’essenza di Napoli nel mondo contemporaneo.
DA ASCOLTARE SUBITO
Turnà – Essa – ‘O diario
DA SKIPPARE SUBITO
Direi nulla: Liberato è una visione!
SCORE: 7,50
Turnà – Voto 7,50
‘A ‘mbasciata – Voto 7,25
Novembre – Voto 7,25
Essa (feat. Maria Nazionale) – Voto 7,50
Tre – Voto 7,50
Sì tu (It’s You) – Voto 7,50
‘A fotografia –Voto 7,25
Lucia (Stay with Me) – Voto 7,15
‘O diario – Voto 7,50