Recensione: MACKLEMORE – “Ben” [Traccia per traccia]
Benjamin Hammond Haggerty è per gli amici Ben ma per tutti gli altri Macklemore!
Ho sempre voluto fare un album intitolato Ben, racconta. C’è qualcosa di speciale in un disco auto intitolato. Sa di voyeurismo. Faccio entrare le persone, ma in un modo in cui prima non mi sentivo a mio agio al 100%.
“Ben” è il suo nuovo disco, la sua nuova avventura.
Appena inizi a sentire il disco, dalle prime tracce, ti senti un po’ smarrito se ha sempre amato il Mack rappettone.
Nelle prime canzoni Chant e No Bad Days sembra che il suo spirito si sia convertito all’urban pop omologato che tanto genera hit in questi ultimi anni.
Una scelta che ci può stare anche perché la resa di Macklemore è molto alta anche in questa modalità
La sensazione procede anche con 1984, pezzo che proprio trasuda di suoni anni Ottanta e anche nella successiva Maniac e Day You Die, quest’ultima il brano che meno preferisco del disco.
Mi viene da pensare che ormai abbiamo perso il Macklemore di un tempo o meglio si è trasformato, plasmandosi ed adattandosi a suoni e attitudini più contemporanee.
Poi arriva Heroes quello con Dj Premiere.
Nonostante il brano era uno dei singoli che anticipava il disco lo scenario cambia.
Ben torna a rappare!
E va avanti anche in altri brani.
Se non scrivi parole che risuonano, la musica non avrà profondità, peso o longevità. In questo album sono autentico per quello che sono. Sto riflettendo su dove mi trovo nella vita. Ho imparato molto”.
L’equilibrio è ristabilito.
Ecco il Macklemore che volevo…
TRACCIA PER TRACCIA
“HEROES” (feat. DJ Premier)
Un ritmo da far girare la testa intrecciato con campionamenti di fiati, una linea di basso, sirene della polizia e scratch che dettano il ritmo, Macklemore racconta la sua storia in battute dinamiche ma nostalgiche: “Volevo una permanente come DJ Quik, mia madre mi ha detto: ‘Ben, ti rendi conto che i tuoi capelli sono troppo sottili? Ma nella mia mente ero Iceberg Slim alle medie”. “Sono cresciuto con l’hip-hop boom-bap degli anni Novanta”, continua. “Mi ha ispirato più di qualsiasi altra epoca. È stato fondamentale per la mia maturità di quindicenne e per capire chi fossi. ‘Heroes’ è la storia della mia crescita alla fine degli anni Novanta, quando l’hip-hop era in voga, lo skateboard era in voga e la cultura dei graffiti era in voga. Ha avuto un impatto enorme sulla mia vita. Premier è anche uno dei miei produttori preferiti di sempre. Ha avuto un’enorme influenza su di me sia come artista che come persona. Si capisce subito che è lui”.
“NO BAD DAYS” (feat. Collett)
La chitarra allegra introduce il gancio di Collett a tutta velocità mentre Macklemore ribatte in un’orecchiabile botta e risposta. Assicura: “Non devi dire addio, se non ti svegli mai”. “È solo un’atmosfera”, osserva. “È una di quelle canzoni che metti in macchina e sei subito di buon umore.”
“DAY YOU DIE” (feat. Sarah Barthel of Phantogram)
Il brano si regge su un ritmo costante scandito dalla tecnica palm-mute. Macklemore e Sarah riflettono sulla mortalità con onestà, ripetendo “Moriremo tutti”. Il fenomeno vocale LIVINGSTON presta la sua potente voce a “SORRY”, mentre la conclusiva “Tail Lights” lampeggia nella foschia con un segno di vita codificato nel testo. “Nel recupero, c’è l’idea di seguire essenzialmente le luci di coda del tuo sponsor”, rivela. “Quando trovo qualcuno da sponsorizzare, loro seguono le mie luci di coda. Di chi sono i fanali di coda che seguiamo davvero nella vita? È sicuramente il lato più introspettivo dell’album. Cosa ho imparato negli ultimi quattro anni di lavorazione? Cosa conta ancora?”.
SCORE: 6,90
DA ASCOLTARE SUBITO
Heroes – Grime – Tears – God’s Will
DA SKIPPARE SUBITO
Day You Die – Sorry
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2005 – The Language of My World
2012 – The Heist (con Ryan Lewis)
2016 – This Unruly Mess I’ve Made (con Ryan Lewis)
2017 – Gemini
2023 – Ben
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