Recensione: MORCHEEBA – “Blackest Blue”
Bisogna prestare attenzione a un nuovo disco dei Morcheeba. Prestare attenzione e soprattutto ascoltarlo con quel giusto rispetto e cura che il duo, formato da Skye Edwards e Ross Godfrey, hanno e devono avere.
Le nuove generazioni forse non conoscono quale sia stato il loro contributo e la loro innovazione sonora a fine anni novanta e probabilmente non conoscono come il loro album “Big Calm” (1998) abbia rappresentato l’anello di congiunzione tra il trip hop e il pop.
Dopo la necessaria premessa mi accingo ad ascoltare questo “Blackest Blue”, disco numero dieci della loro carriera, che segna il ritorno della band dopo tre anni di silenzio.
Il disco è per gran parte già conosciuto. Sono quattro su dieci, infatti, i singoli già editati in questi mesi: Sounds Of Blue, Oh Oh Yeah, The Moon e Killed Our Love.
Questo anno sospeso è stato il tempo di scrivere canzoni e perfezionarle in ogni dettaglio» afferma Ross. «È stato un periodo in cui, nella musica, si è stati alleggeriti da ogni tipo di pressione. Avevamo tempo, e l’abbiamo sfruttato al meglio per decidere con cura le canzoni del nuovo disco», aggiunge Skye.
Il disco sotto il profilo lirico racconta delle disgregazione delle relazioni familiari e di coppia, l’amore e la parentela, il mondo che ci circonda e le sue vie di fuga effimere ma anche sulla positività e sul superamento delle difficoltà personali.
Musicalmente i Morcheeba si fluttuano sempre tra suoni rallentati, downbeat, chill e soul che confluiscono sempre nella dimensione pop.
Nell’album sono presenti alcune importanti collaborazioni: Duke Garwood (che ha lavorato fra gli altri con Mark Lanegan) e Brad Barr (The Slip, The Barr Brothers).
Traendo le somme si riconosce il loro universo di riferimento. Forse avrebbero potuto osare un po’ di più e spingersi in nuovi anfratti sonori. Ascoltato una volta faccio un po’ fatica risentirlo tutto. Tengo qualche canzone e va bene così !
SCORE: 6,90
TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO
Sounds Of Blue – Sulphur Soul – Oh Oh Yeah