Recensione: NATION OF LANGUAGE – “Strange Disciple”
Album numero tre per i Nation Of Language. “Strange Disciple” è senza dubbio il banco di prova per la band di Brooklyn dopo il buon debutto e il botto di successo e acclamazioni critiche avute per il loro secondo album “A Way Forward” del 2021.
Il mondo dentro il quale si muove il frontman Ian Richard Devaney e i suoi soci sonoro è sempre quello di un romanticismo synth-pop pieno di reminiscenze anni Ottanta. Liriche che narrano di amori tumultuosi e annaspanti. Infatuazioni amorose deformate e contorte che toccano sentimenti e pulsioni.
Gli stati nostalgici new wave e post-punk trovano poi il loro massimo compimento nei suoni e nell’elegante capacità vocale e interpretativa di Ian.
Come per i due precedenti dischi le etichette e i paragoni spaziano dagli Omd (Weak In Your Light, I Will Never Learn) ai New Order (Sole Obsession), passando anche dagli Smiths (Swimming in the Shallow Sea), ai primi Depeche Mode (Surely I Can’t Wait) o Humane League (Too Much, Enough) fino ad arrivare a Joy Division (Stumbling Still).
Questi “Strani discepoli” della new wave hanno dimostrato la loro evoluzione, espandendo il loro tipico suono con un nuovo fervore e un percepibile approccio al suono live che offre nuovi colori al pop contemporaneo ridefinendo i confini e le aspettative.
SCORE: 7,75
DA ASCOLTARE SUBITO
Weak In Your Light – Spare Me the Decision – Stumbling Still
DA SKIPPARE SUBITO
Nulla. 44 minuti che scorrono e si fanno riascoltare subito!
TRACKLIST
1. Weak In Your Light
2. Sole Obsession
3. Surely I Can’t Wait
4. Swimming in the Shallow Sea
5. Too Much, Enough
6. Spare Me the Decision
7. Sightseer
8. Stumbling Still
9. A New Goodbye
10. I Will Never Learn
DISCOGRAFIA
2020 Introduction, Presence
2021 A Way Forward
2023 Strange Disciple