Recensione: NAYT – “Doom”
Mi trovavo in mezzo a corpi, personaggi senza volti, stereotipi, ero perso senza una strada da prendere. Aveva toccato il fondo William Mezzanotte classe ’94 da Isernia … Sembra così l’evoluzione delle opere di Goya, ispirazioni della copertina-quadro del disco di “Doom”.
Un mondo che lo disorienta e lo assale. Mostri, medicine, incubi, paure, titubanze, angosce, ansie che sono tutte contenute in questo nuovo disco di Nayt.
Un prosieguo di un viaggio introspettivo iniziato con “MOOD”, un percorso che porta nelle profondità dell’animo umano e che mette a nudo le difficoltà dei rapporti, le spirali e i mostri della propria mente.
Nayt è in evoluzione. L’evoluzione del rap e della trap, sotto cultura che ormai ha preso le ali e si sta trasformando in una forma canzone mantenendo però la stessa intensità e urgenza di scrittura.
Il rap non va più di moda” canta in Mortale.
Una dichiarazione di intento che trova lettura in molti brani di questo disco d’evoluzione.
Sono andato più in profondità e ho sviscerato dubbi, ansie e domande attraverso temi esistenziali. Si parte dal concetto di “condanna” di vivere, si tocca il fondo, mettendo su le basi per risalire, ripercorrere i passi fatti e andare oltre con una nuova consapevolezza, apertura e maturità. È l’eterna lotta tra amore e paura. La chiave è sempre un’autorialità fortemente personale e introspettiva che punta a risuonare nelle corde di chi ascolta. Nasce dalla necessità di esprimersi, sempre più forte e sempre di più. Mira all’empatia per centrare le emozioni di tutti.”
Questa mutazione la si percepisce dai beat e dalle melodie forgiate principalmente da 3D ma anche da Gemitaiz e Frenetik & Orang3.
Brani che abbandonano gli schemi tradizionali della trap, spostandosi verso il massivo utilizzo di strumenti veri e propri e soluzioni stilistiche tipicamente non usate nel mondo del rap e tanto meno della trap. Potrei essere blasfemo se nella traccia di apertura e title track “DOOM” ci leggo pure la Pfm e tastieroni prog.
Nei brani c’è spazio anche per del buon urban (La mia Noia, Collane), ci sono le chitarre acustiche (Tutto ok, Sorpresa ) c’è il rap (Mortale) e ci sono pure le intro e le outro con tanto di pezzi di dialogo (partenza con un lungo bianco e uno spezzone di un monologo fatto con il suo maestro di teatro e arrivo).
Questo è il suo nuovo percorso. Una via tracciata … una buona via verso una buona musica.
SCORE: 7,30
DA ASCOLTARE SUBITO
Doom – Collane – Sorpresa
DA SKIPPARE SUBITO
OPSS forse è il brano che collega al passato
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2012 – Nayt One
2016 – Un bacio
2017 – Raptus 2
2019 – Raptus 3
2020 – Mood
2021 – Doom