Recensione: NEW ORDER – “Power, Corruption & Lies”
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“Power, Corruption & Lies” dei New Order è il disco della definitiva elaborazione del lutto. Tre anni dopo della morte di Ian Curtis ecco compiuta la transazione dai Joy Division.
Pubblicato il 2 maggio 1983 getta le basi per lo sviluppo del loro personalissimo suono fatto da una miscela inedita di synth pop, avanguardia elettronica, musica dance e atmosfere post punk.
Se nel debutto “Movement” del 1981 l’intelaiatura musicale reggente è ancora quella dei Joy Division, con il brano Blue Monday, pubblicato il 7 marzo 1983 e incredibilmente non pubblicato nell’album (anche se 586 è la sua continuazione o la sua demo), la band esaspera l’uso dei synth e delle drum machine a discapito delle trame oscure dei Joy Division.
Bernard Sumner (voce, chitarra, sintetizzatori), Peter Hook (basso, cori, batteria elettronica) e Stephen Morris (batteria, sintetizzatori), zoccolo duro dei Joy Division, con l’ausilio della tastierista Gillian Gilbert riescono nell’operazione di definire uno stile musicale ben preciso e trovare uno spazio da protagonisti in una scena new wave in rapida mutazione.
Nella sua elementarità lirica e compositiva il disco rappresenta ancora oggi fonte di ispirazione per intere generazioni di artisti e un capo saldo stilistico per la new wave ballabile ed elettronica che tanto ha dominato gli anni Ottanta.
SCORE: 9,00
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
1981 – Movement
1983 – Power, Corruption & Lies
1985 – Low-Life
1986 – Brotherhood
1989 – Technique
1993 – Republic
2001 – Get Ready
2005 – Waiting for the Sirens’ Call
2013 – Lost Sirens
2015 – Music Complete
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