RECENSIONE: OLIVIA RODRIGO – “SOUR”

On: 21 Maggio 2021
In: recensioni
By: Alessia Bisini
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Con l’uscita del suo disco di debutto, “SOUR“, Olivia Rodrigo si conferma la nuova stellina del pop americano.

Il concept album, una delle release più attese del 2021, racconta l’amore adolescenziale senza snaturare le abilità vocali ed interpretative della cantante.

La “Next Big Thing” della musica americana ha iniziato la sua scalata verso l’Olimpo musicale l’8 gennaio scorso, quando la sua prima canzone, “drivers license“, è diventata un vero e proprio caso discografico e mediatico. Otto settimane consecutive in vetta alla #1 della Billboard Hot 100 , doppio Platino per la RIAA, canzone di punta delle radio statunitensi, 170 milioni di views su YouTube. E ancora, 107 milioni di stream globali (di cui “solo” 62 milioni in patria) e il record di stream in una singola settimana per un singolo di debutto.

Quattro mesi e tre singoli dopo, Olivia Rodrigo ha rilasciato la sua prima fatica discografica: il racconto di un cuore spezzato che cerca di curare le sue ferite e di navigare in quella fase complicata della propria vita che è l’adolescenza. La voce narrante, così come la sua penna fluida, è quella di una ragazza appena 18enne che ha scelto di rivesare tutta la rabbia e la frustrazione dettate dalla fine di una relazione, in un progetto discografico ben inquadrato da un punto di vista prettamente stilistico.

Scritto a quattro mani con il produttore Dan Nigro (collaboratore di Lewis Capaldi, Carly Rae Jepsen, Empress Of e Sky Ferreira, tra i tanti), “SOUR” è un album immensamente pop, ma con delle marcate sfumature punk-rock che ricordano i suoni dei primi anni 2000. “brutal“, la canzone di apertura del progetto, inquadra perfettamente l’inadeguatezza di Olivia, che fa dell’autocritica e dell’autoanalisi il suo punto di forza. Basti pensare a “good 4 u“, “deja vu“, “jelousy, jelousy” ed “enough for you“, che possono essere definite tranquillamente le quattro gemme del disco. Completano l’LP alcune tradizionali ballad per chitarra, che purtroppo rischiano di passare inosservate o di diventare una copia di tante altre canzoni. Diciamocelo, di “drivers license” ne basta una.