Recensione: RAPHAEL GUALAZZI – Ho un piano

Recensione: RAPHAEL GUALAZZI – Ho un piano

Partiamo dalla fine. Saltiamo le prime dieci tracce di “Ho un piano” di Raphael Gualazzi e ascoltiamo direttamente l’ultima.

Non perché il prima non valga l’ascolto, ma è davvero peccato aspettare così tanto per la cover di “E se domani”. Lo so, ho fatto spoiler, ma non ho resistito: Raphael Gualazzi e Simona Molinari sono spettacolari in questo duetto. Li avevamo già visti a Sanremo: sembrava di stare in un’altra epoca, 5 minuti d’aria pura, linda, tersa, priva di trap, rap e voci che ormai parlano soltanto e non cantano più.

Qual è dunque il piano di Raphael Gualazzi? Quello che suona, sempre, da sempre, ma anche l’intenzione di regalarci un lavoro coi fiocchi. Undici variazioni sul tema piano, un pianoforte per undici momenti diversi e ricchi di influenze musicali di vario genere. Soprattutto, “Ho un piano” è un album allegro, felice, scatenato e scanzonato. Non è privo però della classe che contraddistingue il giovane jazzista di Urbino, che si dimostra esemplare tanto nella gestione di melodie più vicine al suo repertorio, che nel tentativo assolutamente riuscito di avvinarsi ad una musica più pop e meno di nicchia.

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Di fatto l’incipit già ci introduce a questa nuova versione di Raphael Gualazzi: “Nah nah” è un brano semi-parlato, seguito dal trascinante r’n b di “Immobile aurora” e “Questa volta no”, e dal ritmo cubano/brasileiro della sanremese “Carioca” e della penultima traccia “Per noi”, che è anche un invito ad impegnarci per l’ambiente. Un po’ Gaber in “Libertà”, una riflessione appassionata e ironica sul suo significato, e un po’ Max Gazzè in “Italià”, una sorta di stornello sulle bizzarie del nostro Paese, l’apice della sperimentazione arriva in “La parodie”, per ritrovare un Raphael a noi più familiare in “Vai via” e “Broken bones”.

E siamo di nuovo alla fine, o all’inizio, se avete seguito il mio suggerimento.

Tre brani da ascoltare subito: Immobile Aurora – La Parodie – E se domani (ft. Simona Molinari)

Quotes:  

Un giorno un bell’ometto
Dal corpetto un po’ turchese e la parrucca marsigliese
Si decise a fare tingoli nel Ciad
Ma non bastava viver con tre franchi al mese
Quindi lungi dal cortese
Lui si prese tutto il vicinato là
Ma cosa mai sarà se porto via dall’orto
Di un colono ormai francese
Qualche po’ di sussistenza e libertà?
Tanto quando torno a casa da marchese
Uso un po’ il politichese
Liberté, egalité e fraternità

E voilà! E voilà!
Ma che cosa mai sarà?
E ora guarda chi si rivede all’orizzonte
Non è un rinoceronte
Ma zattere di clandestini
Senza neanche più sudore in fronte
Seccati come aringhe
Da un re Sole che non ha più umanità
Lalalalala

E un giorno quel folletto
Da politico provetto
Vide bene di lavarsi mani e piedi
Da ogni responsabilità
E gli’mici tutti quanti
In quanto giovani ed aitanti
Fecero lo stesso senza ombra di pietà
Ed alzati i muri alti fino a un cielo stanco e bieco
Come un sordo che schernisce un cieco
Ei puntò il suo dito giù di qua
E tanto per cambiare
Un’altra volta ancora sarà un euro o due all’ora
Manodopera gratuita per il clan

E voilà! E voilà!
Cosa mai succederà?
E ora guarda chi si rivede all’orizzonte
Tra vedove e assassini
Persino dei bambini in libertà
A poco serviran le impronte
Sognavano l’Europa

Ma a quanto pare solo Italià
Lalalalala
Ma non sbagliare accento
Mi raccomando Italia, Italià
Lalalalala
Ma non sbagliate accento
Mi raccomando Italia, Italià
Che furbo il piccoletto
Sembra quasi un fringuelletto
Mastodontico nel petto per un misero cip cip
E se ne va
Mentre l’orda straincazzata di coloni
Tutti esausti alcuni buoni
Giustamente si dirige per di qua
Non importa se non hai un lasciapassare
O se fuggi dal controllo sanitario
Ma che cosa mai sarà?
Ché dopotutto qualche voto lo puoi dare
Qualche Dio lo puoi pregare
E l’Europa che si fa Italià

E voilà! E voilà!
Ma che cosa mai sarà?
E ora guarda chi si rivede all’orizzonte
E mentre crolla il ponte
Si alzano dei muri di pietà
E vorrei costruire un ponte
Con un mattone ognuno
Il ponte più dell’uno servirà
Lalalalala

Guarda ti ci vedo all’orizzonte
Saran forse cent’anni
Ma all’orizzonte ci sei stato già
Con solo gelo e vento in fronte
Ricordati l’accento
Ché certo non si dice Italià
Lalalalala
Ma non sbagliare accento
Ché certo non si dice Italià
Lalalalala
Ma non sbagliate accento
Ché certo non si dice Italià

(“Italià”)

 

Tracklist:

1. Nah Nah

2. Immobile Aurora

3. Carioca

4. Italià

5. Questa Volta No

6. La Libertà

7. La Parodie

8. Vai Via

9. Broken Bones

10. Per Noi

11. E Se Domani (feat. Simona Molinari)

Discografia:

2005 – Love Outside The Window
2011 – Reality and Fantasy
2013 – Happy Mistake
2016 – Love Life Peace
2020 – Ho Un Piano

WEB & SOCIAL

instagra.com/raphael.gualazzi

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