Recensione: ST. VINCENT – “All Born Screaming”
Benvenuti vi presento Annie Clark! Sembra questo l’annuncio che St. Vincent, all’anagrafe appunto Annie Clark, vuole declarare con il suo nuovo album “All Born Screaming”.
Il disco rappresenta la vera essenza della cantante di Tulsa in tutta la sua pura immediatezza, partendo da un aspetto tecnico fondamentale come quello della produzione.
È il primo album autoprodotto da St. Vincent. In quanto unica produttrice e liberatasi da Antonoff, che aveva prodotto i suoi due ultimi album (ed è nel frattempo tornato a produrre record con Swift; ndr), è riuscita ad imprigionare immediatamente su nastro quei suoni nati nella sua mente, nel suo cuore e tra le sue mani:
“Ci sono alcuni posti dentro di noi che possiamo raggiungere solo attraversando il bosco da soli, per scoprire quello che il nostro cuore ha da dire”, dice Clark.
Suona reale perché è reale.
Un disco grezzo ed essenziale, dalla produzione appunto, fino al visual della cover che la ritrae in fiamme. Non ci sono altri personaggi da interpretare come in passato, Annie interpreta sé stessa, solo lei.
Ma è soprattutto nelle liriche che St. Vincent si addentra nel profondo narrando storie cupe, piene di persone che – forse come lei – si sentono bloccate tra la realtà e il modo in cui vengono percepite. Un invito a sfidare i limiti del possibile e ad oltrepassarli.
St. Vincent per raggiungere il suo obiettivo ha creato attorno a sé una selezione di amici e collaboratori come Rachel Eckroth, Josh Freese, Dave Grohl, Mark Guiliana, Cate Le Bon, Justin Meldal-Johnsen, Stella Mogzawa e David Ralicke, che l’hanno aiutata a rappresentare assolutamente la sua visione unica.
Musicalmente, il disco suona irrequieto e illuminante nella sua manifestazione concettuale.
C’è molta essenza stilistica, dal soft rock (Hell is Near) all’electro-funk (Broken Man), dall’elettronica degli anni ottanta (Big Time Nothing) al rock fragoroso (Flea, dove suona la batteria sua maestria Dave Grohl) e persino le arie quasi da colonna sonora alla 007 (Violent Times) e i sconfinanti reggae (So Many Planets).
“All Born Screaming” è un gran bel disco, pieno e colmo di intuizioni sonore e liriche tutte coerenti, vere opere d’arte musicale. Un altro pilastro della incredibile carriera di St. Vincent. Altra cosa rispetto a Taylor Swift!
SCORE TRACCIA PER TRACCIA : Voto 8,00
Hell is Near – Voto 7,50
Reckless – Voto 8,00
Broken Man – Voto 8,00
Flea – Voto 7,75
Big Time Nothing – Voto 8,50
Violent Times – Voto 8,50
The Power’s Out- Voto 7,00
Sweetest Fruit – Voto 7,25
So Many Planets – Voto 7,25
All Born Screaming (feat. Cate Le Bon) – Voto 7,25
I VOTI DEGLI ALTRI:
The Telegraph – Voto 10,00
The Guardian – Voto 10.00
Variety: Voto 9,10
Uncut – Voto 9,00
The Indipendent – Voto 8,00
Rolling Stone – Voto 8,00
Nme – Voto 8,00
Mojo – Voto 8,00
Pitchfork – Voto 7,80
DA ASCOLTARE SUBITO:
Reckless – Big Time Nothing – Violent Times
DA SKIPPARE SUBITO:
Non vi verrà voglia di saltare nulla. Ve lo assicuro!
TRACKLIST:
DISCOGRAFIA:
2007 – Marry Me
2009 – Actor
2011 – Strange Mercy
2012 – Love This Giant (con David Byrne)
2014 – St. Vincent
2017 – Masseduction
2021 – Daddy’s Home
2024 – All Born Screaming
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