Recensione: STUDIO MURENA “WadiruM” [Traccia per traccia]
Se cerchi su Wikipedia gli Studio Murena non esistono. Su Instagram non arrivano nemmeno a 5000 followers e se scrivi su qualche Bot di intelligenza artificiale di elaborare qualcosa sugli Studio Murena l’i.a ti scrive che gli Studio Murena sono uno studio di architettura italiano fondato nel 1988 a Roma, uno studio che si occupa principalmente di architettura, design di interni, grafica e corporate identity.
Gli Studio Murena non esistono, eppure gli Studio Murena sono il composto sonoro più figo uscito quest’anno nello scenario musicale italiano.
“WadiruM” è la dimostrazione della loro visione e del fatto che vivono nel futuro, nel futuro della musica italiana; la concretizzazione delle loro sperimentazioni e soprattutto del loro coraggio creativo ad addentrarsi in uno scenario desolato, ostico e ancora poco esplorato dalla musica italiana.
“WadiruM” è un’oasi, un “non luogo”, una crasi spazio-temporale tutta da esplorare, conquistare e fare conoscere e il sestetto del collettivo milanese ci è entrato ed è riuscito a fare diventare quello il loro posto perfetto.
Il loro composto sonoro è poco etichettabile. Una mistura che assorbe elementi jazzcore ed elettronica miscelati con hip hop e rap.
Una amalgama di suoni e atmosfere che prende maggior forma con l’armonicità del flusso di coscienze e la poetica lirica dei loro testi.
Immaginatevi il Battisti del periodo Bianco, incrociato con il Battiato degli inizi e con le avanguardie degli Area che incontrano il jazz e Kendrik Lamar.
Questa è la suggestione che mi ha suscitato ascoltare i due lati del disco.
Un viaggio andata e ritorno per la valle della luna di WadiruM alla ricerca di nuove prospettive per la musica italiana che Amedeo Nan, Giovanni Ferrazzi, Lorenzo “Carma” Carminati, Marco Falcon, Matteo Castiglioni e Maurizio Gazzola hanno intrapreso con il loro mentore Tommaso Colliva ed insieme ad amici ed estimatori come Laila Al Habash, Ghemon, Arya, Danno dei Colle der Fomento, Enrico Gabrielli dei Calibro 35 e Paolo Fresu.
Ascoltare il disco degli Studio Murena ti arricchisce, ti illumina e ti fa vedere oltre, oltre la hit facile, oltre i followers, oltre i social, oltre il pop, oltre la normale visione della musica italiana.
Grazie!
TRACCIA PER TRACCIA
WADIRUM
La band riprende l’idea di Utonian del disco precedente e si proietta in una realtà extrasensoriale, in cui far emergere la propria rabbia e il proprio Io, raffrontandoli alla vita reale vista dalla prospettiva di una nuova eterotopia, un luogo non-luogo mentale e spirituale.
MON AMI
Il brano si muove su sonorità fusion cupe e distorte dove metriche incalzanti e cadenzate descrivono un pomeriggio d’agosto passato tra alcool, droghe e autoanalisi superficiali. Le rotture di cazzo che nascono dal confronto sterile e giudizievole di chi non è in grado di entrare in risonanza con l’Altro, capirne l’umore e le criticità.
ORIGAMI feat Laila Al Habash
Dialogo nel buio, contrasto di sguardi e armonia di intenti sono le tre sensazioni prodotte dal brano. È la storia di un gradasso di periferia che vuole sentirsi forte e indipendente, filtrare le relazioni con il sesso e non sentirsi ingabbiato mai; senza però rendersi (quasi mai) conto di quanto una ricerca di equilibrio e una rappresentazione più rispettosa della sessualità possano influire sulla testa di una persona.
SULL’AMORE E ALTRE OSCURE QUESTIONI ft. Ghemon
“Nulla può il coraggio senza la paura, la temerarietà senza l’ansia, l’amore senza la violenza”
Il brano racconta le forze perpetue di amore e sofferenza, parla di come l’uno non può prescindere dall’altra. La crescita di chi riflette sul senso delle proprie emozioni è complessa e tortuosa. I due MCs creano un movimento dialogico tra due vissuti e stagioni di vita differenti, ma in risonanza.
Sullo sfondo della Milano post pandemica, Carma racconta di un rapporto in equilibrio tra amore e violenza, affetto e distruzione, e di quanto sia difficile tenere fede al proprio sentire senza disperdersi.
La dichiarazione di Ghemon:
Diverse visioni della stessa cosa. Questo è quello che la musica permette di fare ad artisti di generazioni diverse. Questo brano è per me una maniera per sedersi al tavolo e fare analisi ad alta voce di cosa possono essere le relazioni a 20, 30 o 40 anni. Si trova sempre una matrice comune quando si parla la stessa lingua, quando si mangiano gli stessi input, quando si è la stessa gente. Così che trovarmi con questi ragazzi è stato come essere con degli amici, a casa.”
PSYCORE ft. Enrico Gabrielli
È lo statement del Jazzcore, il manifesto indipendentista della musica senza compromessi che sbraita e pretende giustizia tra le ipocrisie di una Milano circense e grottesca.
ILLUSIONI E ASTRATTISIMI ft Paolo Fresu
Il tema è riflessivo, intimo e introspettivo. La musica scuote l’animo e crea un Unico, un tutt’uno tra le menti e i corpi di chi l’ascolta. Parla d’amor rifiutato, riscoperto e rivissuto; di qualcosa che apre la voce al mondo, che risuona in esso. È il flusso di coscienza di sette anime che vibrano e dialogano ad anni e chilometri di distanza.
OASI
Sonorità scure e cupe, paesaggio desertico in cui l’oasi rappresenta un miraggio dalla conformazione anomala e distorta. È l’oasi del centro città, dove umano e futuro danzano assieme in un rabbioso ballo circolare e dispotico.
SPECCHI ft Arya
La vita rotola via dalle mani e gli anni logorano ogni cosa. La città ci spaventa e ci opprime, il vento di cambiamento e rivalsa spazza via ogni punto fermo, ogni certezza. Si cerca alla cieca un sostegno a cui aggrapparsi in questa tormenta e, seppur debole e fragile, le nostre mani incontrano e si soffermano tra quelle di chi ci ha sempre sostenuto: tre amici, una notte d’amore, il sorriso di un nonno che non potrà più gioire con noi.
BUTTERBEAN
È un esercizio di stile, un pugile obeso e flaccido che si scorna contro un avversario perfetto e inarrivabile. Tre riprese a tempi scomposti per determinare un vincitore: barre, strumentale ed elettronica si dividono equamente il terreno di gioco creando movimenti e atmosfere ricche di emotività, con il sottofondo gretto della Milano post pandemica.
MARIONETTE ft. Danno
Sotto le nubi della pandemia; la Guerra, dentro e fuori di noi, ci costringe a guardarci dentro e parlare con la nostra rabbia. Unica via di salvezza la scrittura, fermare i propri pensieri più autentici a testimonianza per il futuro. Rimani vero, raccontati al Mondo
CORRI
Quando la vita ti lascia col culo a terra, l’unica cosa che puoi fare è muovere le gambe. Non temere la Morte, non temere il dolore; è il Tempo il vero giudice e tiranno delle afflizioni dell’Uomo.
SCORE: 8,50
DA ASCOLTARE SUBITO
Tutto… Le mie preferite sono: ORIGAMI feat Laila Al Habash – SULL’AMORE E ALTRE OSCURE QUESTIONI ft. Ghemon – ILLUSIONI E ASTRATTISIMI ft Paolo Fresu
DA SKIPPARE SUBITO
Assolutamente consigliato da ascoltare dall’inizio alla fine. Lasciatevi accompagnare da loro…