Recensione: TAME IMPALA – The Slow Rush
Ho ascoltato “Slow Rush” dei Tame Impala due, tre volte di fila. Ogni volta mi è sembrato di cogliere qualcosa di nuovo.
Magari un dettaglio sorprendente che avevo mancato all’ascolto precedente, una sfumatura che aveva improvvisamente cambiato colore, ho persino avuto la sensazione di sentire un pezzo per la prima volta già al terzo ascolto. Ogni volta “Slow Rush” dei Tame Impala mi ha restituito una nuova esperienza, e sono sicura che sarà così ad ogni play.
Basterebbe questo per chiuderla qui: Kevin Parker ha fatto colpo, non ci sarebbe altro da aggiungere, se non fosse che per i Tame Impala c’è sempre qualcosa in più da dire. Un anno fa la one man band ci aveva dato un’ anticipazione del nuovo lavoro con il singolo “Patience”. Tempistica discutibile per un titolo così ironico, a quattro anni dall’uscita di “Currents”. Ne avevamo abbastanza di avere pazienza, ma quantomeno la voracità con cui aspettavamo Slow Rush è stata ampiamente sfamata da un lavoro superlativo.
Slow Rush è un album forgiato in solitudine, intensamente introspettivo. Come si confà allo stile di Parker, è immensamente imbevuto di psichedelia in formato contemporaneo. Tanto estraniante quanto pop. Tanto sconnesso quanto legato al passato. Tanto contraddittorio quanto omogeneo. Soprattutto, è un trattato fenomenologico di fattura sublime del tempo che passa, come un fluido contino, inesorabile e intervallato da momenti più nitidi in cui compaiono il riferimento al rapporto col padre o il matrimonio.
“Slow Rush” è un one man show con una sceneggiatura cangiante. Va sentito, risentito e risentito senza alcun rischio che l’abuso ne scalfisca la grandezza.
Score: 8,50
Tre brani da ascoltare subito: Borderline – On Track – Breath Deeper
Quotes:
Back when we used to get on it four out of seven
Now even though that was a time I hated from day one
Eventually terrible memories turn into great ones
Embrace them
If they hold you
Erase them
Does it help to get lost in yesterday?
And you might’ve missed something, don’t say
‘Cause it has to be lost in yesterday
And you’re gonna have to let it go someday
You’ve been diggin’ it up like Groundhog Day
‘Cause it might’ve been something, don’t say
‘Cause it has to be lost in yesterday
Said, “Oh, what I’d give to start over, boy I’d command it”
So what was I ever afraid of? Why did I worry?
And why was I ever so brainless? Head in a flurry
Embrace them
If they stall you
Erase them
Does it help to get lost in yesterday?
And you might’ve missed something, don’t say
‘Cause it has to be lost in yesterday
And you’re gonna have to let it go someday
You’ve been pickin’ it up like Groundhog Day
‘Cause it might’ve been something, don’t say
‘Cause it has to be lost in yesterday
Embrace it
If it haunts you
Face it
It’s only snakes and ladders
The period you never had
There’s only one that matters
Embrace it
If it holds you
Erase it
Tracklist:
1. One More Year
2. Instant Destiny
3. Borderline
4. Posthumous Forgiveness
5. Breath Deeper
6. Tomorrow’s Dust
7. On Track
8. Lost in Yesterday
9. Is It True
10. It Might Be Time
11. Glimmer
12. One More Hour
Discografia:
2010- Inner Speaker
2012 – Lonerism
2015 – Currents
2020 – The Slow Rush
2020 – Ho Un Piano
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