Recensione: THE ZEN CIRCUS – “L’ultima casa accogliente”
Sono tornati gli Zen. Dopo due anni da “Il fuoco in una stanza”, risuona ovunque da oggi “L’ultima casa accogliente”.
Avete presente il famoso porto sicuro? Ecco, quello sono gli Zen Circus. Certo, è innegabile il passaggio a una tendenza un po’ più pop portando il punk rock di “Andate tutti a fanculo” a essere forse un (bellissimo) ricordo. Che qualcuno potrebbe pensare a una mancanza di coerenza, a un’inutile commercializzazione. Io non credo sia così. Agli esordi, Appino & co. erano lo specchio di un periodo (quello dei primi anni 2000) dove la rabbia e lo struggersi generati dalle nuove band indipendenti erano la novità. Io almeno ne sono stato un amante assetato. Poi qualcosa è cambiato e a cambiare è stato soprattutto il mercato discografico nonché le modalità di fruibilità della musica. E allora tutto doveva per forza diventare accessibile, anche la musica, le produzioni dei dischi, la genialità nel reinventarsi senza perdere i propri tratti distintivi.
E se c’è una cosa che da sempre contraddistingue gli Zen quella è proprio la riconoscibilità, da “Andate tutti a fanculo” passando per “Viva” e “L’anima non conta” fino ad arrivare a “Catene” e al nuovo singolo “Come se provassi amore”.
La copertina del disco mostra Appino, Ufo e Karim Qqru a torso nudo quasi a dire “eccoci, siamo sempre noi”. E sì che sono sempre loro. Come sempre il disco è un gioiellino libero di suonare come gli pare, senza schemi, senza freni, in perfetto stile Zen. Di certo non manca di attualità e sincerità. “Catrame” recita: “Costretti dentro un corpo / e dentro al tempo / ma un giorno tutto questo finirà”. Sono loro stessi a spiegare meglio cosa intendono qui per “corpo”: “Il nostro corpo è l’ultima casa accogliente, l’unica navicella spaziale in grado di farci viaggiare attraverso l’universo dell’esistente. Un corpo trasparente, visibile e vulnerabile che celebriamo con nove canzoni fatte di testa, cuore e polmoni. Case che possono essere sia rifugi che prigioni, circondate da tante altre e tutte diverse, a formare questa enorme metropoli chiamata umanità. Tra le punte di diamante del disco sicuramente “Non” (in cui quasi rivedo l’indie di quegli anni lì), “Come se provassi amore” e “Ciao sono io” (ah, il sentimento e la nostalgia).
Il risultato è un disco d’altri tempi ma più che mai di questi tempi, è un disco necessario, ecco, sì, necessario. O per dirlo con parole loro, è un disco “più suonato che pensato, più bene di conforto che prodotto, questo disco è musicalmente il più libero che abbiamo mai fatto”.
SCORE : 7,00
TRE CANZONI DA ASCOLTARE SUBITO:
Catrame – Non – Ciao sono io
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
1999 – About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen
2001 – Visited by the Ghost of Blind Willie Lemon Juice Namington IV
2004 – Doctor Seduction
2005 – Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo
2008 – Villa Inferno
2009 – Andate tutti affanculo
2011 – Nati per subire
2014 – Canzoni contro la natura
2016 – La terza guerra mondiale
2018 – Il fuoco in una stanza
2020 – L’ultima casa accogliente
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