Recensione: THE ZEN CIRCUS – Vivi si muore 1999-2019
Quest’anno a Sanremo in sala stampa ho sentito dire da un collega giornalista: ma chi sono gli The Zen Circus ? Un gruppo di emergenti !
Mi veniva di sbattergli in faccia “Vivi si muore 1999-2019”. Vent’anni di indie duro e puro. Senza mezze misure, senza compromessi.
Anche il singolo inedito, il sanremese “L’amore è una dittatura” non è un compromesso così come il secondo inedito “La Festa”.
E’ il loro essere, la loro essenza musicale fatta di pop indie di ottima fattura e di grande qualità sonora e lirica.
Cosa dire a quel mio collega giornalista ?
Forse hai sbagliato posto o forse io ho sbagliato posto.
La mia unica risposta: “Andate tutti affanculo ” e fatti un ascolto di vent’anni di buona musica !
Score: 7,00
Tre brano da ascoltare subito: L’amore è una dittatura – Il fuoco in una stanza – L’anima non conta
Quotes:
Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia
Ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare
Il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree
Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
Da uomo a uomo, mano nella mano
Una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera
O una canzone non certo questa,
Altri maestri, altri genitori
Che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi
Quello che eri
Esistere è giusto un momento
Chi vive nel tempo muore contento
E sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto
Pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro
Pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare
Mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate
Scritte per caso in questa palestra dell’orrore
Ecco la pietra, ecco il peccato,
Un cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,
Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge
Siamo delle antenne, dei televisori
Emettiamo storie che fanno rumore
Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte
Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro
Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero
E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto
I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto
E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto
Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato
Quando arrivi tu se ne vanno gli altri
Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti
Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare
Ma che ci piace addomesticare a parole
Ero presente al momento dei fatti
Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura
Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione
Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione
Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza
Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi
Aperti o chiusi, non importa
Sono occhi quindi comunque una porta aperta
Il tempo passa lo senti da questo orologio
Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e…
E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,
Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,
Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro
Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo
Sei l’unica, sei il solo
(L’amore è una dittatura)
Tracklist:
L’amore è una dittatura
La festa
Il fuoco in una stanza
Catene
Non voglio ballare
L’anima non conta
Ilenia
Viva
Postumia
I qualunquisti
L’amorale
Andate tutti affanculo
L’egoista
Canzone di Natale
Figlio di puttana
Vent’anni
Punk Lullaby
Fino a spaccarti due o tre denti
Mexican Requiem
Discografia:
1998 – About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen
2001 – Visited by the Ghost of Blind Willie Lemon Juice Namington IV
2004 – Doctor Seduction
2005 – Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo
2008 – Villa Inferno
2009 – Andate tutti affanculo
2011 – Nati per subire
2014 – Canzoni contro la natura
2016 – La terza guerra mondiale
2018 – Il fuoco in una stanza
2019 – Vivi si muore 1999-2019