Recensione: TOOL – Fear Inoculum
13 anni di attesa e alla fine è arrivato: Fear Inoculum è il nuovo disco dei Tool.
Se la durata dell’attesa fosse sempre direttamente proporzionale alla bellezza dell’oggetto dell’attesa stessa, sarei disposta ad aspettare anni e anni per ascoltare i nuovi dischi delle mie band preferite. Tredici anni sono un’eternità – immaginate quanto è cambiata la musica e la sua fruizione dal 2006 a oggi – e i Tool, a dire la verità, non sono nemmeno tra le mie band preferite. Eppure potrebbero diventarlo proprio oggi, mentre ascolto per l’ennesima volta Fear Inoculum godendo di ogni singola nota e chiedendomi come mai, negli anni passati, non abbia prestato più attenzione a tutto questo.
Questo disco è un viaggio, ma non saprei dirvi dove comincia e dove finisce. So solo che è lunghissimo e diviso in altrettanti consistenti capitoli e intermezzi. Il primo singolo e title track, “Fear Inoculum”, dura 10 minuti e venti. Il pezzo più lungo dell’album, “7empest”, delizia per 15 minuti e 43. Ogni traccia sembra il frutto di uno studio attento, preciso, misurato al millimetro.
La genesi è stata lunga e faticosa, intervallata da annunci di false speranze. Ogni anno sembrava essere quello giusto, ma non lo era mai, fino all’8 maggio di questo 2019, in cui i Tool hanno ufficialmente annunciato la data di pubblicazione: 30 agosto 2019. Cosa vuoi che sia, a quel punto, una sola estate di attesa rispetto a tredici anni? Nulla. E così è partito il countdown definitivo, unico ostacolo a dividere l’orda di fan affamati dal quinto lavoro in studio della band.
La mia non è, come al solito, un’analisi tecnica di un disco che di tecnica sicuramente ne ha tanta, e che lascio volentieri in mano a chi la mastica. Mi sento di dire con sicurezza che questo album dei Tool è una luce nel buio. 86 minuti di estasi. E non è necessario leggere del primo posto nella Billboard 200 (Ciao Taylor Swift!) nella settimana di uscita per convincersi che si tratta di un capolavoro. Mollate le briglie e addentratevi in questo viaggio nebbioso, senza avere la pretesa di vederci attraverso. Se non siete convinti al primo ascolto, ripassatelo e ripassatelo ancora una volta. Al buio la vista si abitua, dopo un po’, e così è per Fear Inoculum.
Il sound è oscuro, psichedelico; i testi hanno una metrica ipnotizzante, le parole rintoccano come leggeri colpi di martello nella testa. Litanie e mantra solenni, come solo Maynard James Keenan è in grado di recitare. La struttura sonora stratificata eppure omogenea, il trip musicale risveglia mostri addormentati e tocca corde profonde, regalando un’inquietudine di cui si diventa prigionieri volontari. Fear Inoculum dei Tool è un’opera complessa, da digerire, assimilare, interiorizzare lentamente.
Score: 9,00
Tre brani da ascoltare subito: Fear Inoculum – Pneuma – 7empest
Quotes:
Spirit
Bound to
This flesh
We go round
One foot
Nailed down
But bound to
Reach out and
Beyond
This flesh,
Become pneuma
Will and wonder
Bound to
Recall, remember
We are born of one breath
One word
We are all one spark, sun becoming
Wake up
Child
Release the light
Wake up now
Child
Wake up
Child
Release the light
Wake up now child
Spirit
Spirit
Spirit
Spirit
Bound to
This flesh
This guise
This mask
This dream
We…
Tracklist:
01. Fear Inoculum
02. Pneuma
03. Litanie Contre la Peur
04. Invincible
05. Legion Inoculant
06. Descending
07. Culling Voices
08. Chocolate Chip Trip
09. 7empest
10. Mockingbeat
Discografia:
1993 – Undertow
1996 – Ænima
2001 – Lateralus
2006 – 10,000 Days
2019 – Fear Incolum
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