Recensione: TUTTI FENOMENI – “Privilegio raro”
L’album numero due è sempre un rischio, soprattutto se il disco di debutto ha avuto buoni riscontri e recensioni.
C’è aspettativa, stress, voglia di conferma. Un po’ come vincere una gara importante e doversi a tutti costi riconfermare.
“Privilegio raro” è la risposta di Tutti Fenomeni.
Per questa prova ancora una volta si è affidato alla produzione di Niccolò Contessa, con il quale si conferma uno straordinario sodalizio artistico e insieme hanno cercato di creare un qualcosa che non assomigliasse a niente.
E ci sono riusciti!
“Privilegio raro” è un distillato di mondi sonori più disparati, ognuno dei quali viene destrutturato, decontestualizzato e portato ad aderire alla sua personalissima visione sonora.
Tredici canzoni dalle acuzie liriche che spaziano nell’universo della musica italiana, dalle citazioni Battistiane di Mister Arduino, al funky con sax anni Ottanta del Il grande Modugno, passando per la tradizione romana di A Roma va così fino alla quasi techno che vira in bossanova di Cantanti o ai respiri jazzati di De Andrè di Non porto più la pena.
Difficile da etichettare. Se il primo disco era come se Battiato di fosse messo a fare trap questo disco Tutti Fenomeni prende una sua personalità fuori dagli schemi.
Unico. Inclassificabile. Imprevedibile.
SCORE: 7,25
DA ASCOLTARE SUBITO
Antidoto alla morte – Il grande Modugno – Non porto più la pena
DA SKIPPARE SUBITO
Niente. È talmente vario che sembra sempre un qualcosa di diverso.