Recensione: UGO BORGHETTI – “Primo Soccorso”
Scrivere per una emergenza, un desiderio, un impeto, una necessità. Scrivere e rappare come “primo soccorso” per resistere alla vita di strada, come cura per non crollare e non mollare ed entrare nel buio pesto della vita grama.
Questo è il mondo di Ugo Borghetti, artista della crew romana 126 esordisce che esordisce con il suo primo progetto da solista.
Primo Soccorso. Sono due parole che mi avevano colpito quando un paio d’anni fa ero andato a disintossicarmi. E in un certo senso la musica è stata il mio primo soccorso: scrivere questo disco mi ha salvato, mi ha chiuso in uno studio. Le tracce sono il racconto di quello sono stato fino a qualche anno fa, prima di decidere di chiudere con le sostanze, ma anche del mio cambiamento.
Parlo dei miei errori, ma con una maturità diversa .
Una mezzora di musica per nove canzoni dense, vere e piene di inquietudini, di domande e di ricordi.
Sul fondo la Capitale, la Roma di Borghetti, “bella come la Magnani”, acquisisce sembianze umane nelle canzoni del disco, un’amante, una madre, un nemico, e diventa lo sfondo inevitabile, tanto duro quanto poetico, su cui l’artista costruisce la narrazione delle sue storie.
Roma è tutto per me: una città che può darti tanto e che ti può affossare, devi tenerle testa. Credo di averne visto tutte le sfumature: la Roma che non dorme mai, quella dei lavoratori, dei vecchi che giocano a carte, dello stadio.”
Nel disco amici-ospiti che condividono con Borghetti (all’anagrafe Roberto Anzellotti), oltre alla “romanità”, la capacità di essere autentici, da Gianni Bismark a Lil Kvneki agli emergenti S.o.f.i.a. e Barrabravas. Il tutto orchestrato e prodotto da Dr Wesh.
Trenta minuti di pura poesia di strada. Una emergenza pura, reale, intensa!
SCORE: 7,25
DA ASCOLTARE SUBITO
Buio Pesto feat. Lil Kvneki – Mare – Primo Soccorso
DA SKIPPARE SUBITO
Da ascoltare dall’inizio alla fine, tutto di un fiato!