Recensione: VAMPIRE WEEKEND – Father of the bride
6 anni di pausa, 18 nuovi pezzi, 1 persona in meno, 1 album in più. Ecco i numeri che descrivono i Vampire Weekend oggi, all’uscita del loro ultimo disco “Father of the bride”, un album che sta già facendo parlare molto di sé, in positivo.
Sei anni, del resto, sono tanti, e in sei anni succedono tante cose. Per esempio, da trent’anni che avevi, te ne ritrovi quasi quaranta; magari hai avuto anche un figlio. E hai scritto una serie animata (“Neo Yokio”, su Netflix). E come se non fosse abbastanza, ti viene a mancare una spalla: Rostam Batmanglijv è l’arto dipartito, mentre Ezra Koenig è il papà, per inciso. Eppure questa rottura interna ai Vampire Weekend riecheggia di una certa maturità raggiunta, giacchè Batmaglijv lo ritroviamo in “Father of the bride” come co-autore e produttore di alcune tracce, assieme ad altri nomi degni di nota, del calibro di Mark Ronson e Danielle Haim.
Nonostante lo scisma, in “Father of the bride” non si avverte una sensazione di mancanza o scollegamento rispetto al passato. Semmai si percepisce qualcosa in più, come se il tempo abbia dato ai Vampire Weekend il giusto ritmo per riprendere le fila del discorso ed elevarle quel tanto che basta. Diciamocelo, è quello che ognuno di noi si aspetta quando un nuovo album va in scena: scoprire l’evoluzione dietro la crescita. Non uno scimmiottamento del passato, che è appunto passato, né una tendenza forzata a strafare per raggiungere precocemente il futuro, che è appunto futuro, ma cambiare rimanendo quanto più possibile conformi a se stessi.
“Father of the bride” è una giornata di sole senza pretese, da ascoltare con soprattutto quando fuori – e dentro – ci sono le nuvole. E’ una spugna che scaccia via le intemperie e lascia nell’aria un profumo di pulito. C’è quella sensazione di irrequietezza positiva, di primavera in arrivo, di impazienza, di umidità piacevole post-temporale, con tanto di odore di erba umida.
Folk, country, gospel, qualche accenno digitale ben incastrato, chitarre e pianoforti, la voce morbida di Koenig. Sembrerebbe la musica adatta per quello che i danesi chiamano hyggie. E se ancora non sapete cosa sia, fatevi un tè caldo, spalancate la finestra, sprofondate sul divano in compagnia della migliore persona che conosciate. E fate partire i Vampire Weekend.
Score: 7,75
Tre brani da ascoltare subito: Hold you now (ft. Danielle Haim) – Sunflower – Jerusalem, New York, Berlin
Tracklist:
Hold you now (ft. Danielle Haim)
Harmony hall
Bambina
This life
Big blue
How long?
Unbearably why
Rich man
Married in a gold rush (ft. Danielle Haim)
My Mistake
Sympathy
Sunflower (ft. Steve Lacy)
Flower moon (ft. Steve Lacy)
2021
We belong together (ft. Danielle Haim)
Stranger
Spring now
Jerusalem, New York, Berlin
Discografia:
2008 – Vampire Weekend
2010 – Contra
2013 – Modern Vampires of the City
2019 – Father of the Bride
Video:
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