Recensione: VERDENA – “Volevo magia”
A sette anni dal precedente doppio disco Endkadenz, Volevo magia sembra ricercare libertà e mancanza di pressioni.
Sette anni sono un tempo apocalittico per la discografia odierna, che stila già a due anni senza produzioni la lista delle nuove meteore. Ma i Verdena non seguono le regole e di questo ne han già ben dato dimostrazione.
Appellati da prima, agli esordi come i Nirvana all’italiana, seppur a fatica, il trio bergamasco ha fatto spallucce e dal 1999 è andato avanti imperterrito per la sua strada lontano da logiche di mercato, radiohit, politiche aziendali discografiche.
Sette anni di vuoto e in mezzo una pandemia, una guerra (o più) e il riscaldamento globale. Volevo Magia è un album che trasporta l’ascoltatore dentro al mondo dei Verdena, che sembra diverso dal mondo che ci circonda ma dopotutto come canta Alberto Ferrari in Chaise Longue: “Staremo insieme, e liberi dalle agonie”.
Liberi, come la punk grunge title track per cui non hai aspettative a leggerla. Con una storia come quella del trio bergamasco, sarebbe stato semplice ripetere le orme del passato che li ha resi popolari ai più (della mia generazione). Eppure i Verdena hanno saputo mettersi in gioco liberandosi da un etichetta e manierismo imposto (ancora una volta come agli esordi) dell’ indie punk. Svestendo una divisa cucitali addosso da altri e lasciando cadere a terra il fardello di anni (critica annessa9 che per fare indie punk devi picchiare duro e urlare a brutto muso. Certi megazine, Chaise Longue e Sui ghiacciai ne sono una buona prova e lasciamo pure parcheggiato all’autogrill il citazionismo pretenzioso.
Diabolik nasce da un’esigenza espressiva e di sperimentazione e Luca Ferrari pesta su Crystal Ball. Cielo super acceso è quella ballad che aspetti per avere il groppo i gola e Sino a Notte ti fa venire quella voglia di autostrada con finestrini abbassati e gridare a squarciagola.
I Verdena sono liberi, quanto vero che la terra è tonda e che piaccia o non piaccia agli attempati della mia generazione che con i Verdena sono cresciuti, il trio bergamasco è stato capace ancora una volta, di mutare pelle senza “paraculismi” di costume.
SCORE: 9,00
TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:
Cielo super acceso – Crystal Ball – Sui ghiacciai
TRE BRANI DA SKIPPARE SUBITO
Checchè se ne dica, da ascoltare a ripetizione
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
1999 – Verdena
2001 – Solo un grande sasso
2004 – Il suicidio dei samurai
2007 – Requiem
2011 – Wow
2015 – Endkadenz Vol.1
2015 – Endkadenza Vol. 2
2022 – Volevo magia
VIDEO
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