SANREMO 2019: CRISTICCHI, il poeta
Simone Cristicchi è in gara al Festival di Sanremo 2019 con “Abbi cura di me”, da lui scritto con Nicola Brunialti e Gabriele Ortenzi con la produzione artistica di Francesco Musacco ed esecutiva di Francesco Migliacci.
In occasione della serata dedicata ai duetti, Simone Cristicchi interpreterà il brano con Ermal Meta.
“Abbi cura di me” è anche il titolo del nuovo disco dell’artista in uscita l’8 febbraio per Sony Music, la prima raccolta dei suoi più grandi successi, contenente anche due inediti.
Simone Cristicchi ha inoltre realizzato il documentario “Happy Next – alla ricerca della felicità”, per la regia di Andrea Cocchi, in cui cerca di rispondere in maniera personale e originale alla domanda che tutti si sono chiesti almeno una volta nella vita: “che cosa è veramente la felicità?”, attraverso i racconti di diversi personaggi dello spettacolo e della cultura italiani, ma anche di gente comune: da Pippo Baudo a Gianluca Nicoletti, passando per Flavio Insinna, Mogol, fino ad arrivare a suore, filosofi, scienziati.
L’artista ha chiesto anche ai suoi fan di partecipare attivamente alla realizzazione del documentario, invitandoli ad inviare un breve video in cui raccontano la propria idea della felicità e cosa dovrebbe fare una persona per essere felice. I video saranno pubblicati sui social di Simone ed andranno a formare un grande social-movie sulla felicità, parte del progetto di “Happy Next – alla ricerca della felicità”.
Simone questa è la tua quinta partecipazione al Festival di Sanremo. Che differenze hai riscontrato rispetto alle tue precedenti partecipazioni?
Trovo che ci sia sempre la stessa ricetta a Sanremo, c’è tutto in questo Festival come c’era allora. Vincere con un brano con testo impegnato è una casualità e non so spiegarmi come sia potuto succedere che ho vinto con Ti regalerò una rosa, ma trovo che ora ci sia piu’ spazio per i giovani e per artisti ancora poco nazional popolari come Motta, The Zen Circus.
Simone, nella serata dei duetti canterai con Ermal Meta….
“Ho mandato il pezzo a Ermal su Whatsapp per farglielo ascoltare, sentivo che era nelle sue corde, mi ha risposto che era un capolavoro. Lui ha sempre dichiarato di avere una grande stima nei miei confronti e questo mi imbarazza molto perchè Ermal ha un seguito che non ho mai avuto e sapere di essere un suo riferimento mi lusinga”.
Ci sarà la versione con Ermal di Abbi cura di me nel disco?
No, ma sarebbe bello cantarla insieme sul palco quest’estate.
Ho scelto questo titolo per il disco perchè dentro queste 21 tracce c’è la mia anima, il mio percorso di questi 15 anni.L’album infatti si apre con il tormentone Vorrei cantare come Biagio e finisce con Abbi cura di me, in mezzo c’è un mondo che non tutti conoscono. Quello che mi preme in questo disco è far conoscere quelle tracce meno conosciute che rappresentano il mio modo di raccontare in musica le storie, come Insegnami che ho scritto per mio figlio, delle chicche rimaste nell’ombra dei miei dischi e che questa raccolta mi dà la possibilità di far conoscere.
Cosa ci racconti sulla collaborazione con lo scrittore Nicola Brunialti?
Io e lui abbiamo avuto momenti in cui ci siamo incontrati, siamo sensibili alle grandi tematiche, ci siamo interrogati, arricchiti, abbiamo parlato di spiritualità, di fede, di dolore, del senso di dolore, dei momenti bui della nostra vita, questo ci ha portato a sentirci molto vicini come artisti, finchè una mattina mi ha mandato un tweet con scritto Abbi cura di me e io ho pensato che fosse il titolo giusto per una canzone. La lavorazione è stata lunga, dodici mesi, ma dentro questo pezzo c’è il distillato di quello che è il mio pensiero sul senso della vita e quella sensazione di essere scollegati, ma anche questo desiderio di ricongiungimento con qualcosa che ci manca. Quindi è un brano che diventa di significato universale e a cui ognuno può dare la propria interpretazione. Una suora di clausura, mia amica, mi ha detto che è una preghiera di Dio all’uomo e se la leggi così è impressionante. Lei diceva che Dio ha bisogno dell’opera degli esseri umani, ovviamente questo vale per chi crede, io sono ancora in ricerca di risposte.
Simone hai realizzato il documentario “Happy Next – alla ricerca della felicità”, cosa ci racconti a riguardo?
Vorrei che il prossimo ad essere felice potresti essere tu o contribuire alla felicità degli altri, mi piacerebbe che si allargasse in rete questo concetto e che ognuno potesse esprimere la propria idea di felicità. Invito gli utenti a filmarsi e a raccontare la propria felicità. Oggi abbiamo bisogno di parlare di priorità, la sfida è parlare di cose importanti. Ho raccolto delle testimonianze meravigliose e sono contento di portarle a Sanremo e di far riflettere. E’ bellissimo vederle tutte insieme.
Cos’è per te la felicità?
La felicità è lasciare dei semi alle mie spalle, ogni giorno lasciamo dei semi, alcuni germogliano, altri si seccano, è bellissimo vedere che ogni azione che facciamo può contribuire a creare la felicità degli altri.