SANREMO 2021 – MÅNESKIN: La sincerità nella musica paga sempre
I MÅNESKIN gareggiano al 71esimo Festival di Sanremo con il brano Zitti e Buoni.
Altro che zitti (e buoni). I Måneskin parlano, parlano, parlano. Sono un fiume in piena che è impossibile fermare, visto l’entusiasmo per i risultati che stanno ottenendo da questo Sanremo 2021, a partire dal numero di ascolti in streaming e delle visualizzazioni del loro video.
Nonostante il successo di un artista musicale oramai si misuri a suon di click – e loro lo sanno bene e ne sono felici – hanno deciso di realizzare un disco alla vecchia maniera, come facevano una volta le band rinchiudendosi per un periodo di tempo a scrivere ed incidere, senza essere distratti in alcun modo dall’esterno. E’ per questo che hanno scelto il Mulino Ricordi, un edificio del 1600 ristrutturato negli anni Ottanta, come luogo della genesi di “Teatro D’Ira Vol.1”, il nuovo album in uscita il 17 marzo e che i loro fan aspettano con trepidazione, assieme alle due date appena annunciate, il 14 dicembre a Roma e il 18 dicembre ad Assago.
Durante la conferenza stampa, i Måneskin si sono raccontati con la spontaneità tipica della loro età, che è anche il punto su cui insistono nel raccontare se stessi: “Noi siamo sinceri, e la sincerità nella musica paga sempre”
Il brano “Zitti e buoni”
Damiano: A chi è rivolto in particolare? A dire il vero a nessuno, non abbiamo nemici nel mondo. E’ piuttosto una dichiarazione d’intenti: noi siamo una band che ha studiato molto negli ultimi anni per arrivare ad avere un suono riconoscibile. Noi siamo così, questa è la nostra musica e niente potrà portarci altrove.
Victoria: L’abbiamo scelta per Sanremo in modo molto naturale. Abbiamo pensato che ci rispecchiasse talmente tanto e che fosse così “sbagliata” per il Festival da essere… giusta. In molti pensano ancora che ci si debba adattare o omologare ad un canone, e invece siamo fieri di dimostrare che credere in ciò che si fa, se si tratta di qualcosa di veramente genuino e trasparente, emerge e ripaga. Come gruppo di ventenni non vogliamo porci limiti o essere incasellati per forza in generi alla moda, noi facciamo quello che ci piace.
La cover e il duetto di giovedì.
Victoria: Ci è venuto spontaneo scegliere di suonare con Manuel Agnelli un brano di un gruppo come i CCCP, che rappresenta la storia della musica ed è uno spartiacque per la nascita del rock alternativo. Lo stesso Manuel è una colonna portante del genere. Per questo è stato fantastico interpretarlo con lui. Abbiamo voluto dare la nostra impronta al brano, restituirgli nuova vita ma senza snaturarlo.
L’album “Teatro D’Ira Vol.1”.
Ethan: “Teatro D’Ira vol. 1” è il racconto del nostro vissuto in questi ultimi anni. Durante i tour scriviamo molto, soprattutto nei backstage, e Londra ha rappresentato un’esperienza formativa importantissima che ci ha dato un forte input per la scrittura. Lo abbiamo registrato live in presa diretta, con banchi analogici e amplificatori a valvole. E’ stata una genesi bella e sincera. Abbiamo voluto far emergere molto il trio musicale, con un suono più crudo, diretto ed impattante. “Zitti e Buoni” è un ottimo apripista di quello che vedrete nel disco.
Damiano: accostare al teatro, un luogo così elegante e raffinato, un sentimento come l’ira evidenzia l’idea che la rabbia di cui parliamo non è distruttiva ma costruttiva, catartica, rivoluzionaria.
Il videoclip
Victoria: L’idea è partita da tutti e 4 confrontandoci con il regista, attingendo alle nostre ispirazioni. E’ stato registrato tutto in pellicola, abbiamo voluto portare la dimensione live e analogica anche nel video e il risultato, a livello estetico, ci piace tantissimo.
Il tifo di Vasco
Damiano: Sapere che Vasco ha dichiarato sui social che tifa per noi è un riconoscimento importantissimo, se hai l’approvazione di un big come lui sei praticamente una band consacrata! Del resto siamo venuti a Sanremo con poche aspettative perchè sapevamo che il pezzo sarebbe stato un po’ scomodo e non in linea col contesto. Ma il feedback – siamo a metà classifica! – ci stupisce moltissimo.
I ruoli nella band
Damiano: Victoria è quella più sul pezzo, a livello logistico è imbattibile. Thomas risolleva gli animi, è un casinista, positivo e sorridente. Ethan è il maestrino di turno, ci corregge sempre, e io metto benzina, sono l’ incendiario, il fiammifero che dà fuoco a tutto.
La fine delle chitarre elettriche.
Thomas: La musica si evolve, lo sappiamo, ma noi abbiamo avuto la fortuna di avere dei genitori che ci hanno fatto ascoltare vinili e portati in giro ai concerti. I ragazzi di oggi sono cresciuti in un ambiente differente, hanno altri interessi. Oggi esiste un’altra cultura musicale, non va più il club “marcione” ma molto di più la discoteca. Anche per questo ci sentiamo in dovere di riportare in auge il rock ‘n roll e l’analogico. Noi ci crediamo: torneranno i “cercasi batterista”, i negozi di dischi e le locandine appese fuori.
Il rapporto con le nuove generazioni e i fan.
Damiano: Non siamo presuntuosi, anche se spesso ci accusano di esserlo. Spenti i riflettori ci vediamo in sala, scriviamo, cerchiamo di solidificare la nostra identità. Non ci sentiamo grandi geni incompresi perchè facciamo rock: ciò che conta per noi è la soddisfazione e la riconoscibilità di quello che facciamo. I nostri fan si sono dimostrati sempre molto aperti: ci seguono e ci capiscono non per il genere, ma per ciò che siamo. La sincerità nella musica paga e noi siamo molto sinceri.
Il profilo Twitter “nelle mani di Dio”
Essendo occupati abbiamo deciso di affidare il profilo ad una persona esterna alla band, e a chi se non a Dio, essendo onniscente e onnipresente? Gli abbiamo dato carta bianca, vi pare che avremmo messo limiti al Creatore?