ULTIMO: diamo a Cesare quello che è di Cesare

ULTIMO: diamo a Cesare quello che è di Cesare

Negli ultimi cinque anni sono stati portati in gloria una miriade di artisti musicali. Colpa del nuovo modo di fruire la musica, dei talent, della poca cultura musicale?. La risposta diventerebbe complessa, vero è che più che fenomeni musicali si trattava spesso di meteore finite dalle stelle alle stalle già al secondo singolo.

Con Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi di 22 anni, la questione è diversa. Dalla vittoria nelle Nuove Proposte di Sanremo ai palazzetti il passaggio ai più sembrerebbe esser stato breve. Eppure, solo un anno fa Ultimo suonava in Santeria a Milano, sottolinea lui stesso sul palco di un Forum sold out da mesi. La questione è in realtà molto semplice e si potrebbe benissimo tradurre nel modo di dire tutto italiano “dare a Cesare quello che è di Cesare”, Niccolò questa scalata ai tempi record di otto mesi è più che meritata.

E quel “Cesare” Ultimo se lo è guadagnato von il suo album Peter Pan, una certezza musicale nella top 10 Italia, con canzoni sincere che hanno riposizionato il pop italiano e ridandogli la qualità che si merita. Nato a San Basilio, Niccolò ricorda le sue origini e non si fa ammaliare dal futile e labile successo. Un ragazzo di altri tempi verrebbe da dire, che fa parlare la musica più che copertine e social.

Il pubblico questo lo ha capito, un serpentone di persone è il “bentornata” al forum.
Niccolò a soli ventidue anni sale sul palco dei grandi e si muove come se quel vestito fosse stato cucito alla sua nascita. Così, più che laser, vertical smoke, a parlare sono le canzoni e la voce di Ultimo che rimane fedele a quanto già percepito a Sanremo. L’emozione palpabile non scalfisce Sabbia e Il Capolavoro con cui il cantautore romano apre il Forum.
Il pubblico lo sostiene con cori, applausi e incitazioni, canta tutte le canzoni in scaletta. Niccolò parla alla sua generazione in maniera educata, diretta e sincera. Ma anche questa affermazione, forse, sarebbe riduttiva perché a conti fatti Ultimo parla con più generazioni a vedere chi contorna palchi e settori. Emoziona e si emoziona perdendo completamente le parole, affascinato dalla potenza del suo pubblico già sul ritornello de Il ballo delle incertezze, quando le voci coprono completamente la sua. Ventiquattro brani in scaletta, ventiquattro perle rare che sottolineano la sua bravura come autore ma anche quanto Niccolò fosse pronto per quel palco dei “grandi” per la dimestichezza con cui li presenta.

C’è tempo anche per “E fumo ancora” di Mostro un brano struggente per la vita che racconta, la perdita del fratello in un incidente stradale.
Chiudo, azzardando un’eresia, un’iperbole, un affronto che potrebbe esser poco accettato soprattutto da frange estremiste di fan del blasco. Niccolò propone Alba Chiara, ed è lì che capisci che di fronte hai un ragazzo di ventidue anni, capace di parlare in maniera chiara alla gente come il Vasco degli Angeli, di emozionarla come Sally, di ridimensionare la direzione dell’amore e ri-elegittimare le insicurezze e le paure proprie della generazione che si sta affacciando all’età adulta, ma anche la mia che su La stella più fragile rimane ancora con gli occhi lucidi. Ultimo ha appeso i sogni, iniziando a viverli nella realtà.

Scaletta:
Sabbia
Il capolavoro
Canzone stupida
Cascare nei tuoi occhi
Ovunque tu sia
Chiave
Ti dedico il silenzio
Vorrei soltanto amarti
Poesia senza veli
Mille universi
Dove il mare finisce
Il ballo delle incertezze
Domenica
Pianeti
Racconterò il silenzio
Stasera
L’eleganza
Forse dormirai
Medley- piano e voce
La stella più fragile
E fumo ancora- Mostro
Giusy
Sogni appesi
Peter Pan

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