Venezia 81: Baby Girl
Scritto e diretto dall’olandese Halina Rejin, Baby Girl è stato forse il film meno amato dalla critica nostrana tra quelli in concorso al Lido, la cui perplessità è stata palpabile alle proiezioni di anteprima.
Tuttavia, il film è valso la Coppa Volpi a un’ottima Nicole Kidman che ha saputo dare vita a Romy, CEO di un’azienda di robotica applicata alla logistica (anche la scelta della “industry” di riferimento non è un caso) che finisce per avere una relazione con uno degli stagisti della sua azienda. La storia l’abbiamo vista e rivista tutti più volte, sia in sala che nella vita reale, tanto che le citazioni – dichiarate da Rjin e non – sono molte.
Il film è comunque divertente e ci mostra due personaggi con una percezione totalmente opposta del potere, dell’ambizione e del loro modo di vivere la loro vita dentro e fuori dal luogo di lavoro. Peccato per un finale fin troppo rassicurante, pensato per un pubblico più ampio ma che finisce per far perdere mordente al film.
Il film è targato A24: la celebre casa di produzione che si è affermata come enfant prodige nel mondo del cinema, negli ultimi anni sembra più interessata ad “incassare” l’approvazione del pubblico che della critica.