Venezia 81: Disclaimer (capitoli 1-7)
Una delle novità di quest’anno è stata indubbiamente la proiezione di serie tv italiane ed internazionali. Al momento non in competizione ma chissà che in futuro non possano avere uno spazio in concorso.
Quella di Cuarón è stata un’anteprima piuttosto fortunata, accolta da molti minuti di applausi del pubblico in sala. C’è da dire che il regista aveva dalla sua un cast di tutto rispetto, tra cui brillavano Cate Blanchett, Kevin Cline – da qualche tempo lontano dai red carpet più blasonati – Sacha Baron Cohen e Kodi Smit-McPhee.
Catherine Ravenscroft è una giornalista di successo la cui vita viene stravolta dall’uscita di un libro dall’autore apparentemente sconosciuto che parla del suo passato.
Metà girato in Italia e metà e a Londra, un po’ giallo un po’ dramma, la sceneggiatura inganna lo spettatore fin quasi a farlo sentire in colpa, attraverso una discreta montagna russa di immedesimazione nei personaggi. Molto pop, fino a quasi essere autoindulgente e un poco derivativa in alcuni punti, la serie è godibile e ben fatta, nonostante il finale non dia il massimo delle soddisfazioni. Per Cate Blanchett monologo da Emmy.