Video e Testo: IBISCO – “Ragazzi”
Ragazzi è il titolo del nuovo video di IBISCO. Il videoclip è stato realizzato nella periferia di Riccione sotto la regia di Antonio Ragni (Rkomi, The Night Skinny, Cosmetic, Fadi) e la direzione della fotografia di Walter Molfese.
Il tema principale del lavoro, nonché continuazione naturale del progetto fotografico Miscela nato 4 anni fa ad opera dello stesso regista, è il racconto di una vera e propria sub-cultura giovanile radicata nella provincia riminese avente come mantra la sfrenata ricerca estetica e “prestazionale” dei piccoli motori (vespe, cinquantini, tre ruote, cross). I protagonisti sono ragazzini capaci, grazie ad una passione imperante, di eludere la troppo spesso vacua “società digitale”, con la conseguenza di conferire alla strada un nuovo immaginario romantico ed esistenziale.
Ragazzi è l’urlo della nuova generazione, tra limiti provinciali e possibilità infinite, è la voglia di rivalsa di una gioventù forse mai così poco compresa: troppo veloce, troppo mescolata, così forte da fare paura. Ragazzi è la presa coscienza di un valore, di una forza, della possibilità di creare un nuovo mondo, contro disillusioni, fallimenti e crisi globali.
È un giorno di fine settembre e i primi disagi del cielo consegnano i viali di provinciali zone industriali emiliano-romagnole a un gruppo di giovani che combatte la noia con sticker e marmitte truccate, cuori impavidi in sella a congegni dai suoni tribali. Il fumo non è indice di aiuto, ma il segnale che qualcosa, da quelle parti, si muove con fare trans-generazionale, emotivamente sensibile ai travagli dell’età. Nell’era della negazione del domani, scrivono inni pan-sensoriali con i verbi coniugati al futuro, (non) luoghi di chi, a bagno nella disillusione, non smette di cercare speranza. Così dove tutto è evanescente e fondato sul diabolico stereotipo dell’iper-connessione il tempo rallenta fino a fermarsi laddove, come per compensazione, qualcuno sfreccia su asfalti distorti a rampe di lancio, portando le proprie creazioni meccaniche in cima nuovi punti di vista, nuove prospettive di riconoscimento sociale. I “Ragazzi” – cavalieri roboanti – sono l’emblema di una generazione che vuole esistere, alimentando di verità il mondo, affinché il destino sia solamente una conseguenza del loro sentirsi vivi. I metalli dei motori collegano le anime alle loro destinazioni.” Ibisco
IL TESTO
Ragazzi
Panico sui viali
Sulle comunali
Coi militari
E lo sanno già, sanno già
Che tra un’ora
Il mondo finirà
E lo sanno già, sanno già
Dove porta
E il giorno è chiuso
Guarda fuori
Le illusioni
Su di noi
Senza te
Con chi vuoi
Con chi c’è
Alright
E noi
Non viviamo senza noi
Se finisce il mare sì
Troveremo un mondo
Noi
Senza stare male
Farlo apposta
Di morire
Ragazzi
Panico sui viali
Sulle comunali
Coi diti medi
Come pugnali
Sai lo fanno già, lo fanno già
Con la gioia
Che il mondo finirà
E lo fanno già, lo fanno già
A quei figli di puttana
Che vogliono nasconderci
Alla notte che va via
E porta dietro anche con sé
Gli occhi lividi più neri
La malinconia di chi
C’è morto chiuso
Dentro i cuori
Le illusioni
Siamo noi
Senza te
Con chi vuoi
Con chi c’è
Alright
E noi
Non viviamo senza noi
Se finisce il mare sì
Troveremo un mondo
Noi
Senza stare male
Farlo apposta
Di morire
CHI E’ IBISCO
Ibisco nasce a Bologna nel 1995 e vive in provincia, dove forse morirà anche.
Canta il sudiciume underground di periferia, sogna Manchester, Berlino, i Joy Division, Dalla e gli MGMT. Osserva da una macchina i campi della pianura padana, essi lo costringono a cercarsi dentro e spogliarsi di ogni pregiudizio nei confronti di qualsiasi travagliata dipendenza, nostra signora delle pulsioni più forti.
I pezzi nascono nella noia dei cessi del lavoro dipendente, dove per soldi si rinuncia a se stessi. Le canzoni, inizialmente, sono cantate sottovoce dentro al cellulare. I suoni sono viola, blu scuro e le parole amano venire come macchie sulla retina dopo che a lungo si è fissata la luce.
Ama l’autunno, odia l’estate.
Saranno gli occhi delle persone, specie quelle che dagli stereotipi sono più lontane.