Video Intervista – ANGELICA: un appuntamento con me stessa!
“Storie di un appuntamento” è il secondo album di Angelica, cantautrice dalla sensibilità rara e dal sound raffinato e inconfondibile.
Un disco dedicato a tutti quegli errori che pensavo fossero del cuore e invece erano solo della testa.
Appuntamenti con il destino, appuntamenti con gli amori passati, presenti e futuri. Appuntamenti disdetti, cercati, programmati, di lavoro, con gli amici, al buio, per strada. Ma di tutti questi, l’appuntamento più importante, quello che si può rimandare a lungo ma che non si può cancellare, è solo uno: quello con se stessi.
Un invito ad affrontare se stessi e il proprio riflesso, per quanto difficile e tormentato possa a volte rivelarsi.
Guidato dall’amore per la melodia italiana, in particolare quella del cantautorato Anni Sessanta, Storie di un appuntamento tratteggia un mondo sonoro dalla patina vintage fatta di colori pastello, che da sempre caratterizza Angelica. Pellicole analogiche che fanno da cornice ad esperienze personali raccontate con gli occhi di una donna che non ha paura di realizzarsi e creare il suo spazio, dove esprimersi in piena libertà.
Un universo nuovo ma coerente e conseguente a quello creato nel suo primo disco solista, “Quando finisce la festa”: una fotografia di un momento di vita diverso, di una persona cambiata e cresciuta, ma che resta sempre la stessa, se stessa.
L’album miscela affascinanti atmosfere retrò con suoni freschi e moderni che spaziano dal lo-fi di “Comodini” fino al pop di “Karma” passando per atmosfere oniriche e sognanti a momenti più elettronici e danzerecci, che pescano dal funk e a tratti dalla house, il tutto senza mai dimenticare l’amore di Angelica per il rock e la psichedelia.
Se nel primo disco il lavoro era stato più analogico, in Storie di un appuntamento Angelica si tuffa nella produzione a 360 gradi, seguendola in ogni passaggio e condividendo il viaggio con un team formato da Antonio “Cooper” Cupertino (che si è occupato anche del mix), con cui Angelica aveva lavorato già in Quando finisce la festa, a cui si affiancano Riccardo Montanari e Giacomo Carlone.
Un lavoro sincero e liberatorio, sia testualmente che musicalmente, che non ricerca la precisione e la perfezione ma l’anima e l’essenza, e per questo è volutamente ricco di “errori”: ad esempio il basso di “Karma”, un Rickenbacker del ‘72 mezzo rotto. Molte voci sono poi rimaste nella loro prima versione di prova, alimentando quella sensazione di spontaneità che pervade tutto il disco, libero da imposizioni e vincoli. Il risultato sono otto tracce intime e viscerali ma capaci di regalare una leggerezza speciale, che non è superficialità ma assenza di pesantezza e rigidità.
LA COPERTINA
Il progetto grafico intorno alla cover dell’album (foto di Ambra Parola, progetto grafico di Valerio Bulla) ricalca le varie fasi che precedono un appuntamento (lavarsi, vestirsi, truccarsi, uscire per raggiungere il luogo scelto) per poi scoprire che l’appuntamento è in realtà con “se stessi”, simboleggiato con la metafora dello specchio.
LA VIDEO INTERVISTA
IL DISCO TRACCIA PER TRACCIA
PEGGIO DI UN VAMPIRO
Sono stata una drogata emozionale, una dipendente sentimentale, sola in mezzo a tante persone, persa nella notte…peggio di un vampiro. Poi ho capito.
IL MOMENTO GIUSTO
Non esiste il momento giusto, è solo un pretesto per non sbagliare. Sono rimasta troppe volte ferma ad aspettare il momento giusto, senza riuscire a vivere, senza capire che anche sbagliare va bene.
KARMA
Il karma, quella cosa che ci portiamo dietro ogni giorno e che può potenzialmente diventare la risposta a tutto quello che ci succede. Il mio, a furia di cercare di tenerlo pulito, si è rotto.
Ora sto meglio.
L’ULTIMO BICCHIERE
L’amore idealizzato, l’amore tormentato.
Sono finita spesso dentro agli stessi pattern, promettendomi che sarebbe stata l’ultima volta. Ad un certo punto bisogna saper scegliere.
Io ho scelto i Beatles.
DE NIRO
Questa canzone è la mia terapia, lo specchio di come vorrei riuscire a prendere la vita tutti i giorni, facendo scintille, spaccando tutto, ferma dal mio letto. Spavalda, sì ma in pigiama.
Ovviamente non ci riesco ad essere così sicura, però scrivendolo un po’ mi ci sono avvicinata.
C’EST FANTASTIQUE
Sono tutta sbagliata ma va bene così. La vie c’est fantastique anche (e soprattutto) quando si complica o, più spesso, quando ce la complichiamo.
La vita va vissuta con leggerezza, che non è superficialità ma è tra le cose più vicine alla libertà.
E poi diventeranno tutti dei bei ricordi.
STRIP CLUB
Anni fa, in uno strip club, conobbi una delle ragazze più dolci che io abbia mai incontrato.
Mi ha “salvata” da una situazione spiacevole e abbiamo parlato tutta la notte.
Non l’ho più rivista ma mi sono immaginata la sua vita e l’ho scritta in questa canzone, un po’ per ringraziarla e un po’ per tenerla con me.
COMODINI
Siamo sottoposti continuamente alle nostre facce che cambiano e alle facce dei nostri ricordi, sul display.
Ma lo schermo non è uno specchio, più spesso è una bugia che ci allontana dalla realtà, che ci fa girare intorno alle cose a vuoto, senza viverle veramente.
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