Video Intervista – MARIANNE MIRAGE: il disco della mia rinascita
Ascoltare “MIRAGE”, il nuovo album di Marianne Mirage, è una vera esperienza sonora. Devi lasciarti guidare dalla musica dall’inizio alla fine. La sensazione è quella di recuperare del tempo da dedicare solo a te stesso.
Il tempo si dilata e lascia spazio per entrare in un ascolto emotivo. Il titolo del disco è “MIRAGE” proprio per descrivere l’effetto ottico per il quale la figura sembra elevarsi da terra e diventare luce.
Un disco che potrebbe rientrare nella Slow Music, anche se Marianne è un’artista che non ama chiudere la musica in generi. “MIRAGE” abbraccia davvero tante sonorità, dal jazz all’atmosfera delle colonne sonore italiane degli ‘anni 60, fino al misticismo. L’album nasce con il desiderio di andare oltre i confini, per connettere sé stessi con gli altri.
Marianne Mirage è creatività: sacerdotessa musicale, cantautrice, artista, ambientalista praticante ed insegnante di yoga e tecniche di respirazione è così amante della natura che vive in una casa giardino, in cui si respira totale armonia.
Non aveva senso stare negli schemi quando tutto era saltato in questo anno così drastico, quindi abbiamo ascoltato solo il nostro desiderio. La composizione musicale è avvenuta in totale libertà. Con i brani del nuovo album ho cercato di raccontare questo momento di profondo cambiamento personale e sociale, è un disco fatto partendo dai sentimenti, dalla sensibilità.”
Durante il periodo di pandemia Marianne è diventata un punto di riferimento importante per i suoi fan, con i quali ha condiviso l’insegnamento della sua pratica Yoga Mirage, il suono delle campane tibetane, la sua voce catartica, la chitarra e la meditazione per sostenere chi aveva bisogno di un supporto. Cercando di mettere in equilibrio sé stessa e gli altri anche nel momento in cui tutti erano nel caos, lei continuava a pulsare, dare energia.
Mi ha aiutato la musica: ho scoperto un album uscito nel ’76, Plantasia di Mort Garson, musica da far ascoltare alle piante, rappresenta molto la Los Angeles di quegli anni, poi diventato un album di culto. Poi mi ha aiutato un libro, ‘La nazione delle piante’, di Stefano Mancuso. Ascoltando quel disco e leggendo quel libro, lasciandomi ispirare da chi era stato ispirato dalla natura, ho ragionato sul fatto che siamo noi che abbiamo bisogno di leggi, la natura ne ha una e funziona benissimo da sempre. Ho cambiato il mio punto di vista e anche attraverso lo yoga e la meditazione ho provato a scoprire una nuova parte di me e del mondo, trovando una direzione inaspettata, una rinascita sia spirituale che musicale. Ho usato la voce come strumento musicale.
Un progetto ideato in studio con l’aiuto di musicisti e collaboratori che hanno lavorato in remoto dall’ Inghilterra ed è stato co-ideato con un giovanissimo producer, Marquis, che racconta:
La parte più divertente della creazione del disco è stata cercare suoni totalmente nuovi. Per questo devo ringraziare molto Marianne, era da tanto che non mi divertivo così tanto in studio! E’ stato rigenerante poter esprimere le mie idee attraverso i suoni di alcuni dei miei idoli quali Piero Umiliani e Piero Piccioni, inserirli nella mia estetica musicale che basa le sue radici sulla “internet generation”. Poter utilizzare Farfisa, Mellotron, Moog e molti altri strumenti è stato come trovare la chiave per la porta di un mondo già presente nella mia testa. Nei brani ho prestato attenzione per la scelta dalle percussioni, al sound dei vari strumenti fino ad arrivare all’utilizzo delle parti suonate dai musicisti, dal campione di Rojer Baujolais dal suo brano “Sunrise” in “Vedo Al Buio”, all’arpa suonata da Marta Brezzo nel brano “Deserto Rosso”.
Il disco dura esattamente un’ora come una pratica yoga, sebbene il suo ascolto può accompagnare chiunque ed in qualsiasi momento.
La grande esperienza di Marianne (sia nella conoscenza delle posizioni yogiche dopo anni di pratica, sia nella composizione musicale) unita alla sua sensibilità, ha dato vita a qualcosa di unico.
Un progetto musicale che unisce le vibrazioni assieme al respiro e lo yoga e potrebbe diventare un vero e proprio nuovo modo di ascoltare la musica.
I concerti che Marianne e Marquis stanno ideando saranno totalmente immersivi, pensati per l’ascoltatore.
Abbiamo chiacchierato con Marianne. Ecco i nostri discorsi…
LA VIDEO INTERVISTA
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