XFACTOR 2021 sotto il motto di Come As You Are: Buona la prima?
Inizia il lungo viaggio di XFactor 2021. Nuovo presentatore, nuovo assetto, stessa squadra.
XFactor è un talent ormai non neofito nel palinsesto di Sky che anno dopo anno cerca in qualche modo di rinnovarsi. Sotto il motto di “Come As You Are: Liberi di sognare” cambia il suo storico assetto, niente più categorie. Non vedremo più under donna, under uomini, over e gruppi, perché la musica non ha bisogno di essere etichettata. E, per quanto questo assunto riveli una profonda verità e necessità, in un talent come XFactor rappresenta una nuova sfida. Stessa squadra di giudici: Mika e Agnelli sicuramente più navigati, vengono anche quest’anno affiancati da Hell Raton ed Emma.
Cambia anche il traghettatore-presentatore, dopo l’addio di Alessandro Cattelan a raccogliere il guanto di sfida Ludovico Tersigni passato alla storia per Skam e Summertime.
PRESENTATORE
Romano, genuino, giovanissimo. La tensione di un programma che sembra essere uno dei maggiori natanti del canale digitale. Il peso sulle spalle, sicuramente un po’ di imbarazzo malgrado il low profile tenuto. Il richiamo a Skam fortissimo, ma forse è un déjà vù totalmente personale. Da rivedere con la diretta sicuramente, ma Tersigni è uno da tenere d’occhio.
AUDITION
I primi 45 minuti viaggiano sull’onda della narrazione più che delle canzoni. In realtà l’intera puntata viaggia sul flow del “nulla di eclatante” nessun Wow, nessun brivido, talvolta ribrezzo (quello sì ammettiamolo). Nessuna novità, sino all’arrivo di gIANMARIA che con il suo Il suicido, rappresenta, finalmente, il punto di rottura che cercavo.
Gli inediti proposti sono quasi tutti in inglese, che va anche bene se non fosse che prima o poi uno vorrebbe vedere che una band italiana/un solista italiano/a che sappia scrivere e arrangiarsi i brani nella propria lingua madre e non per una qualsivoglia forma di patriottismo. È noto, infatti, che incastrare parole e cantare in italiano sia nettamente più difficile che in altre lingue.
DA TENERE D’OCCHIO:
Jathson con Babylooneytunes. Senza definizione eppure grande personalità sul palco indice di una consapevolezza maturata che può far bene, ma che può essere anche un enorme limite.
Il suicidio di gIANMARIA sull’eco de La Fine di Nesli è un brano intimista, di denuncia, che arriva dritto come un pugno. La sveglia che ci vuole dopo un’ora di audition. Il silenzio rispettoso dopo la sua performance, una scintilla.
Vale LP Chéri con una voce graffiante, personalità decisa e un brano che è un lumino di una buona penna.
ERIO che porta sul palco la cover di Elvis Can’t help falling in love per la sua voce struggente, malinconica, straordinaria.
GIUDICI
Le audition rappresentano il terreno fertile dei giudici per esprimere pareri e commenti senza dar luogo a grandi discussioni. Il loro modo di interagire fa sorridere e diverte ma lascia anche spazio alla riflessione. Le espressioni degne di meme che basta accendere il telefono per venirne subissati.
Mika pungente as usual e Agnelli ipercritico, severo ma giusto vedi alla voce Fettuccine “Sunny”. Emma dai gusti decisi, l’unico che sembra non aver un’idea chiara è Manuelito che non si espone mai davvero, ma sembra lasciarsi trasportare dalla scia dei colleghi.
COMMENTONE FINALE
Se doveva essere l’essere l’anno della rottura, del nuovo, la prima audition è stata per lo più uno scimmiottamento di qualcosa che si è già sentito: dal mood dei Pinguini tattici nucleari di Hostel, a Marika Costarelli in arte Apnea che sembra un’Anna fatta male, al crossover dei Nirvana di Versailles. Marte con Sarò per sempre che potrebbe tranquillamente essere un brano in tracklist di qualsivoglia album di Maria Antonietta.
Buona la prima? Salviamo il salvabile (poco)e passiamo alla seconda più speranzosi.
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